“Poche case e troppe sfitte Il problema è lì” .”Mi concentrerei più sui proprietari delle case sfitte”
«Siamo in un paradosso: abbiamo la domanda più alta di sempre e allo stesso tempo una riduzione dei contratti, perché una parte dell’offerta non è più sul mercato degli a fitti di lungo periodo. Dobbiamo capire il perché, mettere questo problema al centro dell’agenda della città». Luca Dondi, consigliere esecutivo di Nomisma specializzato nel settore immobiliare, non trova infondati i timori di un’ondata di sfratti paventati da inquilini e proprietari.
Dondi, il problema è sempre quello degli affitti brevi turistici? O ci sono altri elementi di novità? «Quello degli affitti brevi è il fenomeno più visibile, ma numericamente meno eclatante. Concentrandoci solo su quello perdiamo di vista il problema dei proprietari che scelgono di tenere gli immobili vuoti, a disposizione di future esigenze della famiglia. I due terzi degli appartamenti usciti dal mercato degli affitti appartiene a questa categoria, solo un terzo sono i 5 mila bed and breakfast di cui tanto si parla».
Perché secondo lei i proprietari scelgono di tenere circa 10 mila appartamenti sfitti in una città che ha fame di case? «Si è diffusa una forte preoccupazione rispetto alla morosità e rispetto all’esigenza di ripristinare gli immobili con una costosa manutenzione al termine delle locazioni. Bisogna capire quali sono le condizioni per rimettere queste case a disposizione».
Cosa può fare l’amministrazione comunale per intervenire in un contesto simile? «La leva fiscale è corta, ma oggi ad esempio nel caso dell’Imu c’è troppa poca differenza tra l’aliquota per gli immobili sfitti e quella per gli appartamenti a canone concordato, bisogna creare condizioni di convenienza ad affittare gli immobili che passano per il fisco e per una copertura assicurativa. Bisogna ristabilire un rapporto di fiducia con i proprietari, per arrivare a un equilibrio tra domanda e offerta. Se guardiamo troppo alla domanda, l’offerta si ritira dal mercato».
Secondo lei non ci sono speculazioni da parte dei proprietari degli immobili? Alcuni canoni di affitto sono altissimi… «Il numero medio degli appartamenti posseduti è 1,2 e questo significa che sono molte di più le persone che mettono in affitto un altro immobile di proprietà che le grandi concentrazioni. C’è un approccio colpevolista verso i proprietari, come se avessero un privilegio da scontare, ma bisogna trovare un compromesso perché si può creare un problema sociale enorme. Dopo la locazione, non c’è nient’altro, l’edilizia pubblica è insufficiente e non si rivolge alla stessa fascia di popolazione».
Questo accordo con i proprietari può risolvere tutti i problemi? «No, a lungo termine occorre favorire il ritorno degli investitori istituzionali, come banche e fondi pensione che oggi hanno abbandonato il settore».
Può funzionare l’Agenzia metropolitana per l’affitto, cui sta lavorando il Comune? «Non funziona perché il proprietario vuole sempre scegliere l’inquilino, è stato fatto questo tentativo anche in passato. Bisogna affrontare il tema con un senso di urgenza che oggi non c’è, mettere in gioco anche le tariffe comunali, ogni strumento. Indagare le leve attivabili per rendere più conveniente mettere una seconda casa in affitto».
Eleonora Cappelli, la Repubblica -5 dicembre 2024