Il Comune di Bologna approfitta della misura contenuta nella Legge di Stabilità. E, come anticipato, dà il via libera alla tariffa massima per il 2025. Celso De Scrilli, presidente Federalberghi Bologna chiede correttivi
L’aumento era nell’aria, ma ieri è diventato realtà. Il via libera della giunta Lepore all’aumento dell’imposta di soggiorno per l’anno prossimo arriva a seguito della possibilità introdotta dalla Legge di Stabilità che, visto il Giubileo, ha dato ai Comuni la possibilità di ritoccare le tariffe. Bologna (che comunque vanta alcune località meta di pellegrinaggio), quindi, ha colto l’occasione del Giubileo (prevista dalla manovra del governo) e ha alzato la tassa di 2 euro per notte di soggiorno, portando l’imposta massima da 5 a 7 euro. Una decisione che, in realtà, il Comune già aveva anticipato nella presentazione del bilancio, dando anche i primi numeri legati a un incremento del gettito. La rimodulazione è stata approvata dopo la consultazione del Tavolo tecnico formato delle organizzazioni di categoria, spiega Palazzo D’Accursio, specificando che «i nuovi importi saranno validi dal primo aprile al 31 dicembre 2025», per poi tornare
quelli attuali. Ecco quindi i rialzi delle tariffe, che sono calcolate in base al costo del pernottamento e vanno applicate a persona per ogni pernottamento: da tre a quattro euro per i pernottamenti fino a
30,99 euro; da 4,20 a 5,80 euro per i pernottamenti tra 31 e 70,99 e euro; da 4,60 a 6,50 euro per i pernottamenti tra 71 e 120,99 euro; da cinque a sette euro per i pernottamenti oltre i 121 euro. Per campeggi e ostelli la tariffa fissa passa da due a 2,80 euro. Nei casi in cui l’incasso e il versamento dell’imposta avvengono attraverso i portali telematici o soggetti di intermediazione immobille: in questo caso si passa dal 7,5 per cento al 10,5 per cento e il limite massimo sale da cinque a sette euro a persona per notte di soggiorno.
Nel 2026 – finito l’adeguamento stabilito per il Giubileo – si tornerà alle tariffe attuali (che vanno
appunto da 2 a 5 euro a seconda delle tariffe delle camere d’albergo e delle strutture ricettive). Nel bilancio 2025, il Comune ha stimato di incassare 3,9 milioni in più con la tassa di soggiorno rispetto al 2024 arrivando a quota 18 milioni di euro.
La ’stangatina’ era stata promessa dallo stesso sindaco Matteo Lepore durante la presentazione del bilancio 2025-2027: «Ne approfittiamo per i tanti costi che ha la città», le sue parole. Sulla stessa linea l’assessora al Bilancio, Roberta Li Calzi, che si era riservata di comunicare l’adeguamento dopo l’incontro con le organizzazioni d categoria. L’imposta di soggiorno, ricordano gli addetti ai lavori, non senza polemica, già aveva subito un aumento in città ad aprile di quest’anno. Guardando alle altre città italiane, Bologna, stando agli incassi 2023, è la sesta per gettito da imposta di soggiorno, come rileva la classifica stilata dalla Fondazione Ifel-Anci sui dati dell’anno scorso. Nelle prime tre posizioni, come prevedibile, ci sono Roma, Firenze e Milano. Seguono Venezia e Napoli.
ros. carb., Il Resto del Carlino -5 dicembre 2024
Intervista a Celso De Scrilli, Presidente Federalberghi Bologna
De Scrilli chiede correttivi «Un salasso per le famiglie» Il presidente di Federalberghi: «Così si rischiano danni all’indotto
L’aumento della tassa non fa sorridere gli addetti ai lavori. E Celso De Scrilli, presidente di Federalberghi fa da capofila del malcontento.
L’incremento è previsto dalla Legge di Stabilità per via del Giubileo…
«Sì, ma l’imposta cresce di parecchio. E si tratta del secondo aumento, visto che già ad aprile c’era stato un ritocco di oltre un euro». Insomma, una ’stangata’ che non ci voleva… «Beh, nella tariffa massima si passa da 5 a 7 euro, la cifra è alta. Magari una persona sola ’sente’ l’aumento, ma non più di tanto. Ma se consideriamo una famiglia di 4 o 5 persone che magari viene a Bologna non solo per una notte, ma per quattro o cinque giorni di vacanza, il costo del soggiorno ha un rialzo importante. Se prendiamo a riferimento la tariffa di 7 euro, siamo nell’ordine di 112-140 euro per quattro notti».
Questo può avere ricadute sull’indotto?
«Eccome. Se per il soggiorno si devono spendere oltre 100 euro in più per un’imposta è chiaro che magari si va meno al ristorante in meno o si sacrifica lo shopping».
Al Comune avete fatto presente il vostro malumore?
«Sì. I rialzi, tra l’altro, riguardano in primis i turisti, ma anche le
aziende locali che, magari, hanno ospiti per affari e si trovano ad avere costi più alti».
Qual è il rischio di questo aumento previsto per il 2025?
«Beh, intanto ci sono Comuni nell’hinterland che non hanno la tassa di soggiorno. Quindi, come già succede, e così a maggior ragione, alcuni gruppi turistici low cost eviteranno di pernottare a Bologna, scegliendo magari mete vicine dove l’imposta non c’è. Del resto, così facendo, dopo Roma e Firenze, Bologna sarà la città di seconda fascia più cara…». Al Comune chiederete qualche correttivo? «Già chiesto. Ad esempio, molti pagano la tassa di soggiorno con la carta di credito con oneri per gli albergatori. Senza contare il fatto che una persona ad hoc è impegnata ogni giorno a gestire questa particolare contabilità. Il Comune, quindi, dovrebbe venirci incontro. L’altro tema che abbiamo posto al tavolo con l’amministrazione è quello di prevedere qualche sconto o agevolazione al turista. All’estero, ad esempio, garantiscono riduzioni per i musei o misure simili. Magari sono solo operazioni di marketing, ma almeno Bologna non sembrerà una città che sfrutta, ma che accoglie».
Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino 5 dicembre 2024