Secondo l’analisi di Terziario Donna Confcommercio, il 68% delle imprenditrici italiane opera in questo settore, che si conferma il principale comparto a creare crescita e occupazione
Meno della metà delle donne italiane tra i 15 e i 74 anni lavora: il 49,3% contro il 61 ,8% della media Ue. Quel che è peggio, il divario negli ultimi anni è aumentato: dall’l 1,6% del 2018 si è passati al 12,5% del 2023. Si tratta di uno dei principali problemi per la crescita di lungo termine nel nostro Paese. Se l’Italia avesse un tasso di partecipazione femminile pari a quello europeo, infatti, si avrebbero quasi 2,8 milioni di occupate in più, di cui il 68% al Sud. Sono dati che fanno riflettere quelli che emergono dell’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio “Imprenditoria femminile, terziario di mercato e crescita economica”,
presentata a Roma in occasione del Forum di Terziario Donna Confcommercio, il gruppo che rappresenta oltre 250.000 imprenditrici, lavoratrici autonome e professioniste del commercio, del turismo, dei servizi, delle professioni. Con oltre 3,5 milioni di nuovi occupati negli ultimi 30 anni, il terziario di mercato in Italia si conferma il principale settore a creare crescita e occupazione: il 68% delle imprenditrici italiane, oggi, opera in questo settore. L’incidenza delle donne imprenditrici sul totale degli imprenditori (donne e uomini). inoltre, è maggiore nel terziario di mercato (36,2%) rispetto al complesso dell’economia (30,6%).
L’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio evidenzia che un incremento di un punto percentuale della quota di imprenditrici nel terziario di mercato genererebbe circa due miliardi di euro di Pii in più; e all’aumentare del tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro corrisponde un incremento del tasso di fertilità . Un aumento dell’occupazione femminile, quindi, oltre a contribuire a migliorare il bilancio demografico dell’Italia. favorirebbe la crescita economica complessiva. Nel Mezzogiorno. in particolare, provvedimenti di decontribuzione o anche la Zes unica potrebbero favorire una maggiore partecipazione femminile nl mercato del lavoro, migliorando cosi la prosperità economica di quest’area.
«È necessario ripensare in tema di welfare ma anche di gestione dei territori e delle città , spazi e tempi che siano a misura di persona. attraverso l’individuazione di strumenti e politiche per una piu’ equa armonizzazione della vita privata e lavoro» dice Anna Lapini. presidente di Terziario Donna Confcommercio. «Solo attraverso strumenti di welfare, destinati non solo alle lavoratrici dipendenti, ma anche e soprattutto alle imprenditrici e mirati ad una genitorialità condivisa, si riuscirà a superare il gender gap, stimolare la crescita economica del nostro paese. in aumentare l’occupazione e l’imprenditoria femminile e contrastare il calo demografico »Il ‘tempo’ e lo ‘spazio’ che dedichiamo all’imprenditoria sono un investimento per il futuro, rimarca Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. Lo spazio per fare impresa deve consentire alle donne di essere protagoniste dell’economia, mentre pensare al tempo , significa riorganizzare lavoro e vita personale, sia delle imprenditrici che delle lavoratrici , mettendo al centro le persone e le loro esigenze. Come quelle di salute , di previdenza, di formazione, garantite dal sistema di welfare contrattuale. Insomma l’impegno di Confcommercio e di Terziario Donna è garantire che le donne siano parte attiva nelle rivoluzioni in atto, dalla trasformazione ecologica a quella digitale, non solo come beneficiarie, ma appunto come protagoniste.
Economy, 1 dicembre 2024