Artusi: «Un calo annunciato. Le auto immatricolazioni non sono una strategia»
Secondo i dati comunicati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il mese di novembre 2024 totalizza 124.251 immatricolazioni di autovetture nuove rispetto alle 139.319 di novembre 2023, segnando -10,8% e portando il bilancio dei primi undici mesi dell’anno a 1.452.973, segnando una lieve flessione (-0,2%) rispetto al pari periodo dello scorso anno (il gap rispetto al 2019 si attesta al –18,3%).
«Il risultato negativo di novembre non ci coglie di sorpresa essendo stato ampiamente anticipato dai segnali registrati in precedenza dai concessionari e dalla significativa riduzione dell’affluenza nei saloni che si è riflettuta in una performance negativa del canale privati che si è aggiunta, peraltro, alla flessione di tutti gli altri canali di vendita. Senza le auto immatricolazioni da parte dei concessionari, dunque, il calo sarebbe stato ben superiore». Lo ha dichiarato Massimo Artusi, Presidente di Federauto, commentando i dati delle immatricolazioni di auto del mese di novembre 2024.
«C’è da aggiungere», ha continuato Artusi, «che il mercato attraversa una fase di grande difficoltà sulla quale probabilmente pesa moltissimo il disagio dei privati e delle aziende rispetto al tema della transizione energetica, almeno nei termini in cui è stata imposta a livello europeo. A novembre, infatti, tutte le alimentazioni hanno registrato una flessione e fra queste spicca il -17,5% delle auto elettriche che mostra una perdurante fatica di questo segmento ad accreditarsi come prospettiva futura. Ma, a nostro avviso, anche i segnali che arrivano dal settore aziende esprimono il disagio verso scelte di politica fiscale come quelle contenute nella legge di Bilancio, volte a riqualificare la tassazione dei fringe benefits delle auto assegnate ai dipendenti, con l’intento di favorire la diffusione di auto elettriche, in realtà andando contro la logica di utilizzo di questi mezzi».
«Stiamo toccando con mano», ha detto ancora il presidente di Federauto, «gli effetti di una transizione energetica dirigista che mostra forti resistenze da parte del mercato, mentre anche le case costruttrici navigano a vista tra chiusure di impianti, licenziamenti e sostituzioni di alti dirigenti. C’è da chiedersi per quanto tempo ancora il sistema automotive potrà assorbire questo indirizzo. Le auto immatricolazioni di BEV da parte dei concessionari non sono la soluzione perseguibile nel medio periodo in un contesto di acclarate difficoltà dell‘industria dell’auto che saranno certamente accentuate dall’inasprimento, previsto per il 2025, delle penalties in materia di CO2».
Passando all’analisi della struttura del mercato, vediamo prima di tutto i canali di vendita: i privati perdono oltre il 6% (-6,2%) al 60,1% di quota (58,4% da inizio anno, +2,3 p.p.); le flotte calano nel mese del -10,4%, con una quota al 5,9% e anche nel cumulato segnano un disavanzo del -4,9% (quota 5,1%). Le auto-immatricolazioni (incluso l’uso noleggio), secondo le elaborazioni Federauto su dati Dataforce, rappresentano il 12,2% del mercato, rimanendo sostanzialmente invariate rispetto a novembre 2023 (+0,6). Il noleggio perde il -25,01% dei volumi, portando la quota di mercato al 21,8% (-4 p.p.) e 25,3% nel periodo Gennaio-Novembre (-3,3 p.p.).
Passiamo ora all’analisi delle alimentazioni: le auto a benzina perdono il -12,4%, diesel -20,8%, i veicoli elettrici il -16,7%, il GPL il -18,1. Per quanto riguarda il comparto IBRIDO (-2,9%), le immatricolazioni delle autovetture PLUG-IN subiscono un consistente calo del -36,4%, mentre FULL e MILD rimangono allineate ai volumi dell’anno precedente (+0,7%).
Negli ultimi tre giorni di novembre 2024 è stato immatricolato il 41,8% del totale mercato.