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Terziario, territorio e valore di prossimità. Confcommercio auspica politiche coraggiose

Il Presidente Enrico Postacchini: “Il nostro è un settore chiave per la crescita regionale

Il Terziario è un settore chiave per la crescita regionale. Conoscenza, competenza diffusa, valore del capitale umano e utilizzo delle nuove tecnologie, a cui si affiancano la forza della tradizione e il radicamento sul territorio: sono queste le peculiarità che rendono il Terziario un fattore di sviluppo sociale ed economico con caratteristiche uniche. Un settore particolarmente importante in regione, dove la
sua tradizione è decisamente consolidata. Questi sono i numeri del Terziario in Emilia Romagna: più di 230.000 imprese e oltre 1 milione di lavoratori: “Il comparto che rappresentiamo, in particolare il Terziario di mercato – dichiara Enrico Postacchini, Presidente di Confcommercio Emilia Romagna -oltre che per la dimensione di fatturato aggregato, è il più significativo per la sua capacità di creare
aggregazione sociale. Siamo quel grande corpo imprenditoriale costituito da una operosa classe media che ha sempre lavorato con impegno e senso di responsabilità”.

Il Commercio, in particolare la rete degli esercizi di vicinato, può svolgere un ruolo importante nella rivitalizzazione dei diversi contesti, se concepito non preoccupante fenomeno delle chiusure delle attività nelle città, dai centri storici alle periferie: «Chiediamo politiche coraggiose per il commercio – dichiara Postacchini – che sappiano sostenere e incentivare un settore in fortissima evoluzione e che sta vivendo anni di crisi. Lo scenario conferma infatti, l’urgenza di intervenire con un pacchetto di misure strutturali a favore del commercio tradizionale, valorizzare l’imprenditorialità di settore e i necessari processi di innovazione. Tra le proposte ci sono la richiesta di strumenti dedicati alla specificità del settore, misure di fiscalità agevolata, risorse agli esercizi di vicinato.

Va inoltre aggiunto che l’Europa è il principale canale di finanziamento per le imprese ma occorre lavorare per semplificare le regole e le procedure dei Fondi comunitari a sostegno degli investimenti e della formazione e creare strumenti su misura per tutte le tipologie e dimensioni di impresa: «Sarà indispensabile – prosegue Postacchini – che la programmazione è dei fondi strutturali risponda alle esigenze della microimpresa, immaginando percorsi semplificati nell’accesso alle risorse europee. Quali, dunque, in tale specifico ambito, le richieste di cui si fa portavoce Confcommercio Emilia Romagna?: “Occorre aumentare la quota di formazione continua alle imprese all’interno del FSE – dice Postacchini – e anche definire strumenti formativi più flessibili per garantire il trasferimento di nuove competenze agli imprenditori e favorire il ricambio generazionale attraverso un rapporto sempre più stretto tra formazione professionale e formazione tecnica”.

Economia Emilia-Romagna, Corriere della Sera, 1 dicembre 2024

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