Si allarga la campagna lanciata da Ascom, con il sostegno del Carlino. Un cliente o un turista che si senta minacciato o a disagio può rivolgersi alle reception e otterrà aiuto e supporto: «Uniti si può fare la differenza»
Porte Aperte, ora aderiscono anche gli alberghi. Dopo i commercianti, anche gli hotel spalancano le porte a chi si sente in pericolo o ha bisogno di aiuto, diventando veri e propri presìdi di sicurezza sul territorio. È il senso della mobilitazione indetta dall’ Ascom che, quest’estate, ha lanciato «Porte aperte – I negozi della tua città presidiano il territori L’iniziativa, che si avvale della media partnership di QN-il Resto del Carlino, ha l’obiettivo di evidenziare agli occhi dell’opinione pubblica la funzione sociale e di presidio dei servizi di prossimità. «Se per strada ti senti in pericolo, raggiungi uno spazio sicuro, entra in un’attività commerciale», si legge sulla locandina che promuove l’iniziativa. «Le nostre imprese del terziario rappresentano uno spazio sicuro nelle strade della città, contribuendo ad alimentare una percezione di
sicurezza», sottolineano i promotori. E quindi, «dove c’è una serranda alzata o una vetrina accesa i cittadini, i clienti e i consumatori sanno da sempre di poter contare su un aiuto concreto, in ogni momento e circostanza» nell’ottica «di promuovere il ruolo strategico che le attività economiche di prossimità svolgono ogni giorno a tutela della legalità, non soltanto economica». Sono oltre 630 le attività commerciali che hanno già aderito al progetto: dai negozi ai pubblici esercizi aperti fino a tarda notte, e ora, appunto anche hotel e alberghi, spesso attivi 24 ore su 24.Un’iniziativa dal valore sociale, che collabora appunto con le forze di polizia, cui segnala eventuali situazioni di pericolo, disagio o degrado anche nelle zone più ’calde’ del nostro territorio. Il momento, sotto le Due Torri, è delicato: dopo l’alluvione e i cantieri, le preoccupazioni sul fronte sicurezza, dopo i ripetuti fatti di sangue soprattutto
nell’area di piazza XX Settembre (aggressioni, accoltellamenti e un omicidio) e i recenti scontri alla manifestazione del 9 novembre tra Patrioti, collettivi e poliziotti feriti. In questo contesto, gli albergatori, sentiti dal Carlino, si metto no a disposizione dei cittadini: «I nostri sono presìdi fissi, siamo sempre aperti 24 ore su 24 e il nostro compito è di accogliere, quindi siamo a disposizione. L’iniziativa Porte Aperte – sottolineano – è importante anche per creare un legame tra le realtà alberghiere e i bolognesi, oltre che i turisti». In tanti chiedono però che ci siano più passaggi delle forze dell’ordine e che le zone siano curate maggiormente: se il decoro va di pari passo con la sicurezza, allora bisogna fare di più per sistemare alcune zone, dal centro alla periferia, sia a livello di pulizia che di illuminazione.
Chiara Gabrielli, Il Resto del Carlino, 2 dicembre 2024
Un riparo sicuro. Le voci
Celso De Scrilli, Presidente Federalberghi Bologna e City Hotel
«Sono necessari controlli mirati»
«Abbiamo aderito subito, anche perché l’albergo è aperto 24 ore su 24 e di notte, quando possono esserci più problemi per la sicurezza, le persone sanno che possono trovare rifugio, sanno che c’è un posto dove fermarsi un attimo, un presidio di sicurezza. Il problema è la micro criminalità, purtroppo nonostante gli sforzi continui della polizia le persone che delinquono vengono arrestate e dopo poche
ore sono di nuovo fuori. Questo è il grande tema, a livello di normativa. Sicuramente l’area del City hotel zona ha bisogno di maggiore attenzione, abbiamo avuto anche episodi abbastanza gravi. Ci vorrebbero controlli più specifici, abbiamo visto che ci sono risultati con i passaggi delle forze dell’ordine. Serve una presenza maggiore delle forze di polizia».
Lucia Padovani, Hotel Brun
«Siamo a disposizione, ma serve più decoro»
«Viviamo in una città dove non c’è più percezione di sicurezza. La zona dell’hotel Brun è in qualche modo privilegiata rispetto a tante altre, tuttavia da diversi mesi sto rilevando la presenza di clochard e balordi che sotto l’effetto di alcol o altre sostanze trovano rifugio sulle panchine della piazzetta e in via Santa Margherita sotto al portico. Bisogna affrontare la questione, anche per un discorso di tutela di chi lavora nei nostri alberghi. Ma il codice civile deve darci una mano. È un peccato che debbano essere sempre i privati a coprire le falle che sono alla base. Noi albergatori siamo a disposizione, vogliamo certo dare solidarietà a chi ha bisogno, lo facciamo a prescindere, ma la normativa deve essere adattata. Bisogna dare più potere alla forza pubblica perché possa venirci incontro. Quanto al decoro, in piazzetta Galilei si nota l’assenza di un progetto di decoro urbano, alberi trascurati creano buio che favorisce i balordi. Il Comune ci dia una mano a migliorare la zona. Siamo disponibili con l’iniziativa, ma anche noi dobbiamo essere aiutati».
Davide Bonaccorso, Royal Hotel Carlton
«Sensibilizzare è importante»
«La città dà l’impressione di essere trascurata, trasandata. Si potrebbe migliorare moltissimo sul fronte del decoro. Tra senzatetto, vandalismi, furti di auto registriamo quasi sempre dei problemi nell’area di via Milazzo, via Gramsci, piazza Amendola. Ci sono dipendenti dell’hotel a cui hanno spaccato l’auto anche tre volte in un mese. È chiaro che bisogna porre fine a tutto questo. Con l’iniziativa Porte Aperte, solleviamo intanto l’argomento, poi la cosa più importante sarà capire che risultati avremo. È importantissimo sensibilizzare, anche perché troppo spesso sentiamo di avere le mani legate di
fronte alla microcriminalità, quindi ben venga questa iniziatva.
Edoardo Carrera, Zan Hotel Group
«In zona centro tante baby gang»
«Abbiamo strutture in via Indipendenza, in via Boldrini e al Center Gross: per la zona fuori, in periferia, non c’è nulla da dire, siamo molto isolati e si sta tranquilli, mentre in centro negli ultimi mesi la situazione è drasticamente peggiorata, soprattutto nel post Covid. Prima della pandemia era veramente tutto magico, ma dopo è un po’ degenerata tra delinquenza, microcriminalità e baby gang, specialmente in via Indipendenza dove i ragazzini si radunano tra McDonald e piazza Otto Agosto e non fanno passare la gente. Spesso le forze dell’ordine non possono nulla perché sono minorenni. Questa iniziativa, Porte Aperte, può essere utile. Anche dei controlli in più potrebbero servire come deterrente».
Giovanni Trombetti, Savoia Hotels e Calzavecchio
«Hotel presidio di sicurezza»
«Accogliere è il nostro compito, i commercianti scendono in campo e noi non potevamo non esserci. Siamo aperti h24 per 365 giorni, un presidio che è come una caserma. Ho sei alberghi, due in zona fiera, due gli storici Savoia tra via San Donato angolo via Pilastro e uno in via Massarenti, e ancora il Calzavecchio in zona Casalecchio. La situazione è peggiorata, qui come ovunque. Lanciare quindi il messaggio che in caso di bisogno si bussa e l’albergo apre, è tanta roba. Anche perché questo unisce il cittadino agli alberghi, crea un legame: l’ospitalità non è solo per il turista, ma c’è un posto sicuro anche per il bolognese. L’albergo crea sicurezza. Fa sentire accolti a tutte le ore e in ogni zona. Siamo orgogliosi di poter fare qualcosa, aderendo all’iniziativa
Nicoletta Mauceri, Hotel Internazionale
«Attenzione sempre massima»
«La sicurezza a Bologna? L’analisi va diversificata, varia molto da quartiere a quartiere. Noi, stando sulla via principale (tra via Indipendenza e via dei Mille), vediamo flussi continui di giorno, per cui la zona è sicura, ma ci sono comunque vandali e drogati. In passato degli zingari si erano accampati davanti all’hotel, su questo ho portato avanti una battaglia personale, vincendola: dopo aver scritto al prefetto e ai vigili urbani senza grandi risultati, mi sono messa a parlare con questi zingari, ho trovato un codice di comunicazione e sono riuscita a mandarli via. L’attenzione, anche ora, è sempre massima. ’Porte aperte’ è un’iniziativa interessante e importante da un punto di vista sociale, ma va migliorata dal punto di vista della sicurezza degli addetti ai lavori. Dobbiamo tutelare sia i clienti e i cittadini sia la struttura stessa».
Azzurra Franchini, Hotel Alan
«Tutti insieme possiamo farcela»
«Come Ascom, mi sono confrontata anche con la nuova amministrazione, che si è impegnata a potenziare la sicurezza. Noi siamo ad Anzola, in una zona residenziale e industriale, molto tranquilla. C’è una buona integrazione. Io partecipo in doppia veste (albergatore e Ascom) ai tavoli sia della sicurezza che del commercio e ho segnalato che ci sono piccole zone di degrado, però l’area è molto pattugliata. Qui funziona molto anche il passaparola, tra Anzola e la comunità di vicinato. Appena c’è qualcosa di strano o sospetto viene segnalato. Abbiamo anche raddoppiato le telecamere e potenziato l’illuminazione. L’amministrazione è attenta e le forze dell’ordine collaborano, anche sul fronte scuola. E il lavoro di squadra paga. Porte aperte?
Noi siamo attivi 24 ore su 24».
Cristian Maini, Albergo Rossini 1936 e Hotel Re Enzo
«Situazione buona, ma basta spaccio»
«Questo progetto (Porte Aperte) è molto importante, sicuramente garantisce una sicurezza maggiore non solo agli ospiti ma anche ai cittadini in generale. Ho l’Albergo Rossini 1936 e l’hotel Re Enzo e, nella zona del teatro comunale e di piazza Verdi, i tutors in borghese che girano per strada di notte rappresentano un forte deterrente contro la micro criminalità. Il risultato: i miei clienti dicono che la sicurezza è migliorata. La questione dello spaccio non è ancora pienamente risolta e, avendo una clientela soprattutto di lusso, l’immagine che diamo può apparire un problema. Per il Re Enzo la situazione rispetto ad alcuni anni fa è lievemente peggiorata, specie perché nel fine settimana in via del Pratello si tende a un consumo eccessivo di alcol, e qualche balordo in giro spesso importuna i turisti»
Il Resto del Carlino, 2 dicembre 2024