Dal 23 novembre su 4 padiglioni e in città
Oltre 8mila vini per quattro padiglioni in tre giornate.Da gustare, scoprire e acquistare. Torna in Fiera a Bologna il mercato dei vignaioli indipendenti, 13esima edizione, la seconda negli spazi di BolognaFiere. Arriveranno produttori da tutta iIalia, assieme a due delegazioni di vignaioli europei da Bulgaria e Slovenia di olio d’oliva della Fioi (Federazione italiana olivicoltori indipendenti). Quella che apre nel weekend si propone come una festa del buon bere sostenibile che, alla sera, dai padiglioni della fiera si sposta in città con «Fuori mercato», programma di degustazioni ed eventi con cucine aperte fino a mezzanotte nei locali (una sessantina quelli coinvolti dall’Associazione mescitori organizzati venerdì e sabato) di Bologna e provincia. E’ una fiera particolare un po’ come un mercato di una volta, un luogo di incontro, non solo una vetrina commerciale. Siamo molto contenti dello scorso anno, Bologna è una città accogliente, è nel suo dna», certifica Stefano Pizzamiglio, vignaiolo piacentino della Fivi. Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti rappresenta imprese le cui esternalità sono un valore non solo per la filiera vitivinicola italiana, ma per l’intero Paese. Poco più di 10 ettari di vigneto la superficie media coltivata dagli oltre 1. 700 produttori associati, 75 tonnellate di uva auto-prodotta per una produzione media di 38
mila bottiglie vendute ogni anno: quindi una filiera totalmente integrata, dalla vigna alla cantina, fino alla commercializzazione dei propri vini. Una delle principali esternalità positive collegate al modello socioeconomico dei Vignaioli indipendenti italiani è dato dal fatto che l’81% dei vigneti coltivati da questi
produttori si trova in collina e in montagna, rispetto al 6o% della media italiana, vale a dire in quelle aree interne sempre più soggette a spopolamento e a rischio idrogeologico. Zone dove, per altro, l’uva da vino rappresenta una delle poche produzioni agricole ancora in grado di dare reddito a chi la coltiva»
Sottolineava qualche giorno fa Denis Pantini, Responsabile Nomisma Wine Monitor. «Senza poi tralasciare come in questo modello di impresa la vitivinicoltura esprime risvolti positivi anche a livello sociale dato che il 30%dei lavoratori è impiegato a tempo indeterminato ( contro il 10% della media italiana in agricoltura), il 28% è di origine straniera (rispetto al 1996 della media italiana) e il 33% è donna, a fronte del 26% della media dell’agricoltura italiana » ha aggiunto Fantini Saranno 69 le cantine emiliano- romagnole presenti in fiera, dieci dalla provincia di Bologna. Invariato, rispetto allo scorso anno, il prezzo del biglietto d’ingresso (25 euro il giornaliero online, 30 euro se acquistato in loco). Chi ha intenzione di fare acquisti all’interno del quartiere troverà carrelli e trolley. Chi non viene in auto, potrà usufruire del servizio spedizioni a domicilio. Il programma prevede, inoltre, sei masterclass in collaborazione con Alma. Il premio «vignaiolo come noi» quest’anno è stato assegnato al cestista Marco Belinelli. «E come il buon vino, invecchiando migliora», la motivazione del riconoscimento.
Francesca Blesio, Corriere di Bologna -21 novembre 2024