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Donne, moda e lavoro. «Raccontiamo gli esempi dell’imprenditorialità»

Creatività e storia dei costumi nell’incontro di oggi nella sede di Ascom. Ospite la giornalista Marinella Milani, che seguito le maggiori sfilate al mondo

Imprenditorialità e creatività femminile, in particolare nel settore della moda. È questo il tema al centro dell’incontro organizzato dal Gruppo Terziario Donna Confcommercio Ascom e dall’associazione di categoria che oggi alle 18 riempirà la sede di Ascom in Strada Maggiore 23, ragionando sull’evoluzione
e sui legami storici, sociali e culturali che influenzano moda e lavoro. ’Non c’è lavoro senza moda’ indaga la capacità che hanno avuto le donne nel cambiare i costumi anche nel mondo del lavoro. Centrale la presenza di Marinella Milani, giornalista e critico di moda, che ha raccontato le sfilate di New York, Londra, Parigi, Milano e Firenze. Con Milani, attiva sui social con contenuti di moda e costume, c’è Trilli Zambonelli, presidente del Gruppo Terziario Donna Confcommercio Ascom, secondo cui «la moda rappresenta un’espressione del modo di essere delle persone e ha consentito alle donne di parlare di sé e
di affermare il proprio stile».

Il legame tra moda e lavoro è molto stretto, basta pensare «all’importanza dell’abbigliamento della persona che incontriamo nel mondo del lavoro e a quello che ci trasmette – continua la presidente –. La forma più evidente è la divisa, che certifica l’appartenenza a una categoria ed è un mezzo di comunicazione potentissimo. Ma la moda è uno strumento chiave nel marketing, che la utilizza per comunicare». E per illustrare tutto questo, Milani è indispensabile, perché «nessuno meglio di lei può raccontare quanto gli abiti siano fondamentali nel costume di una società – conclude Zambonelli –, in particolar modo quelli femminili e calati nel mondo del lavoro».

Di questo tratta oggi Milani. «Un settore che come nessuno ha espresso la creatività delle donne è la moda – commenta –, soprattutto per l’apporto che hanno dato pioniere come Rosa Genoni, attivista che inventó il Made in Italy, Elsa Schiaparelli, celebre per il suo rapporto con l’arte e artisti come Salvador Dalì, Coco Chanel, che ha liberato le donne dalla rigidità dell’abbigliamento inventando uno stile più disinvolto fino a Miuccia Prada, a capo del brand più hot del momento per avanguardia e visione. Per ognuna di loro si puó
parlare di coraggio, rialità, perseveranza e capacità di osare». In particolare, Genoni «è stata una pioniera della rivoluzione legata alla manodopera femminile a basso costo – conclude Milani –. Grazie al suo impegno politico per il riconoscimento dei diritti delle lavoratrici, si affrontarono problemi come l’emancipazione delle operaie, la tutela dei minori, la modernizzazione dell’industria e la valorizzazione dell’artigianato». Intervengono anche il presidente di Confcommercio Ascom, Enrico Postacchini, il presidente Federmoda, Marco Cremonini, e Massimo Cutò, già vicedirettore di Quotidiano Nazionale.

Il Resto del Carlino, 24 ottobre 2024

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