Vertice fra struttura commissariale ed enti locali L’opera non avrà piloni nell’alveo e sarà obliqua
Ponte della Motta: che l’ultima alluvione abbia portato a un decisivo cambio di passo? Così pare, da quanto comunicato dall’attuale sindaco di Molinella, Bruno Bernardi. Così il primo cittadino: «Il 26 settembre il Comando Operativo di Vertice Interforze ha convocato, per conto della struttura commissariale, una riunione con tutti gli attori protagonisti e non protagonisti del Ponte della Motta: a partire dall’autorità idraulica competente, Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Regione, Città Metropolitana e, infine, i Comuni di Budrio e Molinella. L’incontro è stato convocato dal generale di brigata Gabriele Cosimo Garau. La Città Metropolitana ha puntualmente relazionato che sono state terminate, da un mese, due proposte di ponte: entrambi strallati, con impatto estetico diverso. Una volta scelto quello da realizzare saranno necessari 3 milioni per la progettazione». «Il dibattito iniziale – prosegue Bernardi – ha esaminato l’ipotesi di un ponte provvisorio con pile in alveo, ma questa opzione è stata rapidamente scartata con la giustificazione che tale struttura avrebbe non solo limitato la costruzione di un ponte definitivo nello stesso punto, ma avrebbe anche presentato costi paragonabili a un ponte permanente. L’Autorità di Bacino ha confermato la validità della scelta di non costruire un ponte temporaneo, sottolineando che un’opera senza pile in alveo garantisce una maggiore sicurezza idraulica; le pile, infatti, ostacolerebbero il flusso del fiume aumentando il rischio di esondazioni. Dal punto di vista progettuale sono stati stabiliti alcuni criteri fondamentali per il ponte definitivo, tra cui un franco idraulico di almeno 1,5 metri al di sopra della sommità degli argini, necessario per evitare esondazioni. La discussione ha affrontato anche il tema dell’allineamento del ponte rispetto all’asse del fiume. Un ponte ortogonale, anziché obliquo come quello precedente, permetterebbe di ridurre le dimensioni della struttura e, di conseguenza, i costi. Tuttavia, per ragioni pratiche e di sicurezza stradale, il tracciato finale seguirà la linea attuale. Ho manifestato l’urgenza di trovare una soluzione rapida e alternativa, esprimendo forte preoccupazione per i tempi di realizzazione del nuovo ponte, stimati in cinque anni. Il confronto si è concluso con una riflessione sull’opportunità di riconsiderare l’ipotesi di un ponte provvisorio. Nonostante le criticità idrauliche legate alle pile in alveo, è stato suggerito di esplorare la possibilità di un ponte temporaneo leggero, posizionato lateralmente rispetto al tracciato definitivo».
Zoe Pederzini, Il Resto del Carlino -3 ottobre 2024