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Accoltellato a morte. Il sospettato alla Dozza. La pista della droga o di una lite finita male

La parola ai commercianti di XX Settembre

Paolo Spada bancarellista

Arriva da fuori Bologna e assicura: «Durante la kermesse si notano tanti episodi del genere»

Arriva da fuori città anche Paolo Spada, dalla provincia di Ravenna. «Non ero a conoscenza dell’omicidio avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 settembre. Tuttavia, è un episodio che non mi sorprende perché sono cose che noi bancarellisti alla Fiera del Libro vediamo accadere tutti i giorni e a ogni ora del giorno», dice Spada. Nonostante tutto, anche se il passaggio di pusher è frequente, «qui dentro mi sento al sicuro». «A meno che non attraversino per scappare dalla polizia – prosegue Spada –, di solito non transitano all’interno dello spazio fieristico e, soprattutto, perché dei libri non gli interessa e quindi non passano a fare danni o a rubare qualcosa». Però, lamenta Spada, «da anni la situazione è questa» e allora lo spazio della Fiera del Libro è come se fosse una bolla chiusa con all’esterno, intanto, il Far West. «Appena esci da questa ‘bolla’, vedi quanto è eccessiva la situazione: bottigliate e accoltellamenti accadono a ogni ora del giorno», rammenta Spada. La Fiera del Libro dura 45 giorni in autunno e 45 giorni in primavera, dunque, «noi in 90 giorni vediamo almeno 3-4 accoltellamenti e altrettanti omicidi. È vero anche che venendo da fuori non è un bello spot per la città. Io parcheggio davanti alla stazione e da lì arrivo ogni giorno, camminando ti accorgi davvero di quanto siano ormai presenti e ben radicati in questo spazio di territorio, questi elementi criminali», chiude Spada.

Laura Brasa ha lo stand proprio davanti a Porta Galliera

«Qui fanno tutto alla luce del sole»

«Fanno tutto alla luce del sole». Laura Brasa ha la bancarella alla Fiera del Libro proprio davanti all’uscita che affaccia su Porta Galliera. Dietro quella porta succede di tutto, «come se fosse una barriera che ci protegge, per questo non è che vediamo nello specifico chissà che cosa», dice Brasa. È ovvio che «questa è una zona come tutte quelle vicina alla stazione che è malfamata – continua Brasa – e ogni anno è sempre peggio». Il peggioramento di piazza XX Settembre, soprattutto, Brasa lo nota proprio nelle persone che vivono quest’area limitrofa alla stazione: «Rispetto al passato, vuoi per i lavori o per altro, si fanno vedere di più, come se gli piacesse farsi notare da tutti quanti». Per questo Brasa pensa che «il pubblico non si senta tranquillo e al sicuro: perché potrebbe essere derubato, per non dire cose peggiori, da un momento all’altro». I libri, però, non vengono toccati. Anzi, girano alla larga. «La polizia qui si vede spesso e le camionette ci sono sempre, a ogni ora del giorno», commenta Brasa ribadendo quella che secondo lei potrebbe essere una soluzione per questa situazione drammatica: «L’unica cosa che bisognerebbe fare è spostarli, solo che mandandoli via da qui il problema emergerà da altre parti», come se fosse un ‘loop’ infinito. Brasa, infine, ringrazia «il lavoro delle forze dell’ordine sempre presenti ed è grazie a loro se la situazione non è sfociata in qualcosa di peggio. Meglio di così, secondo me non possono fare».

Lorenzo Rapetti e il parallelismo con la ‘sua’ Milano

«Problema comune nelle grandi città»

«Fanno tutto alla luce del sole». Laura Brasa ha la bancarella alla Fiera del Libro proprio davanti all’uscita che affaccia su Porta Galliera. Dietro quella porta succede di tutto, «come se fosse una barriera che ci protegge, per questo non è che vediamo nello specifico chissà che cosa», dice Brasa. È ovvio che «questa è una zona come tutte quelle vicina alla stazione che è malfamata – continua Brasa – e ogni anno è sempre peggio». Il peggioramento di piazza XX Settembre, soprattutto, Brasa lo nota proprio nelle persone che vivono quest’area limitrofa alla stazione: «Rispetto al passato, vuoi per i lavori o per altro, si fanno vedere di più, come se gli piacesse farsi notare da tutti quanti». Per questo Brasa pensa che «il pubblico non si senta tranquillo e al sicuro: perché potrebbe essere derubato, per non dire cose peggiori, da un momento all’altro». I libri, però, non vengono toccati. Anzi, girano alla larga. «La polizia qui si vede spesso e le camionette ci sono sempre, a ogni ora del giorno», commenta Brasa ribadendo quella che secondo lei potrebbe essere una soluzione per questa situazione drammatica: «L’unica cosa che bisognerebbe fare è spostarli, solo che mandandoli via da qui il problema emergerà da altre parti», come se fosse un ‘loop’ infinito. Brasa, infine, ringrazia «il lavoro delle forze dell’ordine sempre presenti ed è grazie a loro se la situazione non è sfociata in qualcosa di peggio. Meglio di così, secondo me non possono fare».

Lo scenario in piazza XX settembre è «il solito»: gente che corre via dalla polizia lanciando il monopattino per terra. E le sirene delle ambulanze che si sentono arrivare in lontananza. Sono presenti anche alcuni genitori venuti a prendere i figli nella vicina scuola di via Galleria. Intanto, all’interno della Fiera del Libro, tra i clienti c’è il milanese Lorenzo Rapetti di passaggio in città e alla caccia di qualche libro da leggere per il viaggio. «Frequento Bologna da anni, il primo impatto venendo da fuori mi lascia un po’ attonito». Tuttavia, Rapetti vive la città da quasi 30 anni e sostiene che, guardando al passato, «nel lungo periodo», la situazione nella zona Montagnola-stazione sia sempre rimasta la stessa. «Tuttavia, questo non deve giustificare quanto sta accadendo, che è comunque di una gravità inaudita», dice Rapetti facendo un parallelo con la sua città, Milano. «Chiaramente rispetto a Milano, frequentando spesso la stazione centrale, qui sembrerebbe essere meglio. Purtroppo, è un problema che coinvolge tutte le grandi città perché la stazione è la zona dove si concentra maggiore povertà». Quale sarebbe una soluzione per far tranquilli i cittadini, quindi? «Da milanese le dico che in questi anni il degrado è sì aumentato, ma è un aspetto sempre presente e, purtroppo, non è cambiato negli anni. Servirebbe un’azione sul piano nazionale», chiude Rapetti mentre torna a scegliere un libro per il viaggio che lo riporterà a Milano.

Angelo Nazzaro, tra sconforto e preoccupazione

«Le risse sono all’ordine del giorno»

Tra i commercianti preoccupati per la situazione c’è anche Angelo Nazzaro. «Abito fuori Bologna da anni e la situazione è peggiorata rispetto anche solo allo scorso anno: in città c’è meno movimento, ci sono i lavori e ormai sono all’ordine del giorno le risse che, fortunatamente, la polizia ferma nell’immediato». Nazzaro sulle possibili riforme da attuare per migliorare la situazione non usa mezzi termini e afferma che «non spetta a me decidere, però mi piacerebbe che noi, come Fiera del libro, se la situazione è questa, ci spostassimo da qua e tornassimo in centro». Secondo Nazzaro è dura «pagare questo suolo pubblico devastato dagli spacciatori, è una situazione assurda e già adesso notiamo un calo drastico del passaggio in questo tratto». Nazzaro si sofferma anche sul viavai di persone provenienti dalla stazione. «Ormai non vengo più in centro perché non si riesce a girare: è diventata una zona di transito, nessuno porterebbe i figli a passeggiare qui in piazza XX Settembre con questa gente a pochi metri. È brutto che qualsiasi turista arrivi qui a Bologna abbia questo biglietto da visita», dice. È vero che «tutte le grandi città sono così – continua Nazzaro –, non capisco perché allora noi non possiamo diversificarci. Mi dispiace, io lavoro male qui e pago le stesse spese di sempre senza essere tutelato. La situazione è triste. Ho paura soprattutto per le ragazze o i ragazzi che possono essere aggrediti da questi soggetti davanti la stazione da un momento all’altro», chiude Nazzaro.

Il Resto del Carlino, 27 settembre 2024

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