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Casa Emilia, l’accoglienza raddoppia. Così la Fondazione Sant’Orsola aiuta i pazienti e i loro famigliari

Il progetto insieme con Intesa Sanpaolo e Cesvi ha permesso di aumentare gli appartamenti da 10 a 19. Il presidente Faldella: «Diamo risposte ai bisogni delle persone, diventando sempre più una comunità»

Casa Emilia duplica l’accoglienza, ampliando spazi e alloggi e garantendo un focolare a chi sta seguendo un percorso di cura e ai suoi famigliari. A renderlo possibile è ‘Casa Emilia – l’Accoglienza Raddoppia’, progetto della Fondazione Policlinico Sant’Orsola sostenuto da Intesa Sanpaolo con il Programma Formula, in collaborazione con CESVI. Alla base, una raccolta fondi che, in tre mesi, segna centomila euro donati. Una cifra importante che garantisce l’accoglienza di famiglie con gravidanze a rischio o con figli con gravi disabilità .«Grazie a Intesa Sanpaolo abbiamo mantenuto il raddoppio degli appartamenti, passando da 10 a 19 – spiega il presidente della Fondazione, Giacomo Faldella – e diamo risposta al bisogno di accoglienza di determinate famiglie. Casa Emilia, così, diventa ancor di più una comunità aperta, una seconda famiglia». Il progetto sostiene per un anno cinque appartamenti che ospiteranno 80 famiglie nel corso dell’anno. Un’iniziativa che incornicia la congiunzione tra l’impresa e il terzo settore. «Nessuno ce la fa da solo: per noi farcela insieme significa fare la differenza – commenta Vincenzo De Marino, direttore commerciale retail Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo –. Siamo orgogliosi di sostenere questo progetto e l’attività della Fondazione, che rappresenta un esempio dell’importanza della rete di solidarietà tra tutti gli attori del territorio, per rispondere ai bisogni delle persone.

Per il nostro gruppo è prioritario assumersi la responsabilità di essere un punto di riferimento anche in termini di sviluppo inclusivo e crescita solidale: è un elemento portante, per confermare sempre di più la nostra vocazione di banca attenta alle istanze sociali e alle esigenze peculiari dei territori». «Il progetto ci permette di essere più incisivi, con proposte progettuali rispondenti ai bisogni territoriali su una serie di questioni che colpiscono il nostro Paese in ambito ESG – afferma Roberto Vignola, vicedirettore generale di CESVI –. Questo è la dimostrazione che per dare una risposta rapida ed efficace alle problematiche sociali territoriali, il connubio tra i mondi non profit e profit può rappresentare una soluzione vincente in grado di portare soluzioni concrete in contesti sociali periferici complessi». 

Mariateresa Mastromarino, Il Resto del Carlino – 25 settembre 2024

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