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I giochi del 2040. Tandem Bologna Firenze, voglia matta di Olimpiadi. Valgono oltre 2 miliardi

L’ipotesi di candidare i due capoluoghi per la massima competizione sportiva mondiale. L’ad di Nomisma avverte: infrastrutture e aeroporti sono i punti deboli della proposta

«Se puoi sognarlo, puoi farlo», diceva Walt Disney. Dopo l’entusiamo per le Olimpiadi di Parigi torna in auge una pazza idea di qualche anno fa, era il 2019: organizzare i Giochi a Bologna e Firenze. Una proposta che aveva fatto innamorare tanti, in primis i sindaci di allora delle due città Virginio Merola e Dario Nardella. La pazza idea (il traguardo previsto era il 2032) ben presto sfumò, ma oggi che siamo reduci dall’innamoramento estivo per le Olimpiadi di Parigi potrebbe tornare sul tavolo. 

Luca Dondi dall’Orologio, amministratore delegato del think tank bolognese Nomisma, rispetto ai sogni e alle parole di Walt Disney è un po’ più pragmatico. Ma anche guardando ai freddi numeri, la prospettiva di Olimpiadi nel Belpaese resta comunque allettante. Perché, allora, non puntare sul tandem di Bologna e Firenze in vista del 2040?

Dondi, prima dell’idea, ci dia qualche numero: quanto varrebbe per l’indotto delle due città? «Prendendo come parametro i 12 milioni di biglietti vendibili a Parigi, se si ipotizza una spesa extra per biglietto venduto di 100 euro (considerando che molto spesso non si compra un solo ticket e che la maggior parte degli spettatori viene da relativamente vicino) si ha un valore di 1,2 miliardi. Alzando a 200 euro si arriva 2,4 miliardi. È chiaro che il beneficio per le categorie economiche sarebbe enorme…».

Crede, quindi, che varrebbe la pena tentare?

«Da appassionato di sport dico che sarebbe molto bello, ma da analista che guarda i numeri devo ammettere che non sarebbe un’impresa facile».

Che cosa manca a due città magnifiche come Bologna e Firenze?

«Direi soprattutto gli aeroporti. Sono due città bellissime, ma soprattutto sul fronte degli scali saremmo in difficoltà, Firenze in primis. Senza contare, penso all’Emilia-Romagna, come sia duro già pensare a un sistema aeroportuale regionale… Guardando, invece, il bicchiere mezzo pieno ad aiutare ci sarebbe l’alta velocità. In realtà, comunque, credo che prima di fare qualunque ragionamento serva qualcosa di più: cementare il ’fidanzamento’ tra Bologna e Firenze».

Che cosa intende?

«Beh al di là dell’idea affascinante di candidare Firenze e Bologna e di farle innamorare in vista di un obiettivo – cioè le Olimpiadi 2040 – come in tutti i fidanzamenti serve un passato e un futuro, altrimenti ci troviamo di fronte a un matrimonio di circostanza. Insomma, è fondamentale cementare il legame tra queste due città così da avere prospettive anche dopo le due settimane della grande kermesse. Non dimentichiamolo: le Olimpiadi sono un acceleratore straordinario che va oltre i 20 anni».

Le Olimpiadi, quindi, non possono essere viste come un evento fine a se stesso, così come le nozze tra Bologna e Firenze…

«La visione comune deve riguardare l’ospitalità, ad esempio. Come promuoverla, come rispondere all’overtourism. Serve, insomma, una visione sovralocale e sovraregionale. E lo sviluppo deve seguire questo perimetro. Capisco mettere il cuore oltre l’ostacolo, ma servono gambe forti…».

Il 2040 crede sia una prospettiva ragionevole?

«Sì. Ma la visione comune tra Bologna e Firenze si deve cementare prima, considerando che le candidature verranno scelte prima del 2030. Poi non vanno dimenticati i costi».

A quanto possono ammontare i costi?

«Mediamente, pensando ai Giochi precedenti, si prevede sempre un 170-175 per cento in più rispetto alle stime. Poi, certo, l’indotto è rilevante, ma vanno considerati impegno e costo collettivo che, in certi casi, possono essere superiori rispetto al vantaggio collettivo».

Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino – 16 settembre 2024

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