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Degrado, parlano i commercianti: «Vogliamo un presidio fisso»

Viaggio fra i negozianti di piazza XX Settembre, Galleria 2 agosto, via Boldrini e via Amendola: «Qui è dominio degli spacciatori. Bene l’aumento dei controlli, la situazione però continua a farci paura»

«Serve un presidio fisso e qualcuno delle forze dell’ordine che monitori costantemente, ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette, questo tratto contaminato dallo spaccio. Sappiamo che non è facile, tuttavia è un venirsi in contro necessario». Questo è il sentimento di alcuni negozianti situati in Galleria 2 agosto, piazza XX Settembre, via Boldrini, via Amendola e un primo tratto di via Indipendenza. Le zone ’calde’ a pochi passi dalla stazione. Dopo l’incontro di martedì tra Comune e Prefettura, è stato stabilito che non ci sarà un presidio fisso ventiquattro ore su ventiquattro.

Tuttavia, è stato fatto un passo in avanti in tal senso, aumentando i controlli in piazza XX Settembre dopo che il sindaco Lepore ha affermato di voler lavorare «come fatto su piazza Aldrovandi o sulla Montagnola» per migliorare la zona e liberarla dallo spaccio. Invece, per chi vive buona parte della giornata in quello spazio, «la speranza è che questo incontro possa essere davvero un passo avanti rispetto alla situazione attuale». A pensarla in questo modo è anche Amine, che lavora in un bar all’incrocio tra via Amendola e via Boldrini. Il barista racconta anche un episodio accaduto qualche serata fa. «L’altro giorno ho aiutato una ragazza seduta al bar mentre stava bevendo il suo caffè – spiega –. Lei era seduta, due ragazzi, uno in bici e l’altro a piedi, si sono avvicinati a lei e quello a piedi ha cominciato a farle ’apprezzamenti’. Lei lo ha ignorato, poi ha risposto a questo soggetto. La ragazza si è alterata e in quel momento lui le ha tirato una gomitata. Io sono uscito per difenderla poi ho chiamato la pattuglia che per fortuna è arrivata prontamente».

Questi episodi «sono all’ordine del giorno per questo è importante avere presidio fisso e costante. C’è stato un periodo in cui giravano un carabiniere e due militari, e la zona si è tranquillizzata molto. La camminata è importante. Con l’auto le forze dell’ordine possono fare poco», sottolinea nuovamente il barista. Un altro punto sollevato da Amine è la sporcizia e il degrado del portico all’altezza dell’incrocio che collega via Amendola e via Boldrini. «È questo il biglietto da visita che vogliamo dare? – si domanda – Un turista arriva in stazione e a primo impatto vede questa realtà». Anche Giulia è d’accordo ad avere un presidio fisso in zona. Anche se, dal suo negozio in via Indipendenza, vede «sempre girare tanti militari e poliziotti. Non saprei neanche io cosa fare in più – ammette –. Alla fine i militari ci sono e la polizia gira sempre. L’alternativa sarebbe forzare lo spostamento, ma tanto loro si allontanano e traslocano da un’altra parte». Poi aggiunge che «a stare qui da sola io ho paura. Questa non è una bella zona, andrebbe rivitalizzata», e anche la ragazza racconta un episodio che l’è capitato: «Mio papà mi stava aspettando qui davanti, è venuto un ragazzo e ha chiesto a mio padre che cosa ci facesse qui, forse pensava che fosse un giornalista o un poliziotto». 

Spostandoci verso Galleria 2 agosto, incontriamo Andrea Fusconi che racconta di aver visto, solo nella mattinata di ieri, «correre un ragazzo nudo, varie persone giocare a calcio al centro della piazza, sporcare i portici e imbrattare le colonne – racconta –. È il degrado che fa paura, alla fine i negozi lavorano lo stesso. In estate vengono un po’ meno i poliziotti, agli spacciatori però non fanno paura gli uomini in divisa. Quando arriva la volante spariscono, va via la volante e ritornano .Poi finisce sempre che si scatena qualche lite e si accoltellano fra di loro». Di fianco al negozio di Fusconi ci sono Samantha e Daniele. «Sarebbe bello se mettessero un presidio fisso ventiquattro ore su ventiquattro. Così com’è ora non abbiamo notato un gran miglioramento». E poi, «secondo me a loro non frega nulla se li spostano, smerceranno da un’altra parte. Forse l’unica sarebbe rispedirli a casa», chiudono i due.

di Giovanni Di Caprio, il Resto del Carlino, 23 agosto 2024

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