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L’analisi di Confcommercio sulle scelte d’acquisto dal 1995 al 2024

Carlo Sangalli, Presidente Confcommercio: ”Quest’anno i consumi legati al tempo libero e alla filiera turistica daranno un forte contributo alla crescita

Ogni epoca ha i suoi consumi e i suoi consumi-simbolo, a contrassegnare il tempo e i cambiamenti nelle abitudini e nei comportamenti degli italiani. E così se i mitici anni Sessanta hanno visto il boom dell’automobile (dalla 600 alla 500) e degli elettrodomestici (la tv, la lavatrice, il frigorifero), dalla metà degli anni Novanta in avanti a trionfare sono telefonino e pc, entrambi nelle loro molteplici versioni ed evoluzioni. A certificarlo non è solo la modifica progressiva del paniere Istat per il calcolo dell’inflazione avvenuta nel corso degli ultimi tre decenni, ma anche i numeri della consueta e aggiornata ricerca di Confcommercio sulle spese delle famiglie italiane tra il 1995 e il 2024.

E così, in quelle percentuali, troviamo conferma della percezione diffusa. Telefoni e tecnologia, è questo il binomio che ha fatto segnare – spiegano i ricercatori dell’associazione di Piazza Belli – un vero e proprio boom nei consumi degli italiani negli ultimi 30 anni: i primi, con un incremento della spesa pro capite in termini reali di oltre il 6.500%, mentre per Pc e prodotti audiovisivi e multimediali la crescita è stata del 962%; all’interno del comparto del tempo libero, sono in forte crescita anche i servizi ricreativi e culturali che hanno registrato un +90%. Nello stesso periodo, invece, risultato in calo alimentari e bevande (-10,6%), abbigliamento (-3,9%), mobili ed elettrodomestici (-3,5%) e il consumo di elettricità e gas (-16,6%) grazie anche alla riduzione degli sprechi e alle politiche di risparmio energetico adottate negli ultimi anni. A livello complessivo, nel 2024 – con 21.778 euro pro capite – la spesa pro capite per consumi delle famiglie, sebbene abbia recuperato i livelli pre-pandemici, è ancora sotto i livelli di picco del 2007 (-138 euro). 

Nel contesto di lungo periodo, la spesa per consumi delle famiglie residenti ha registrato, a partire dal 2008, andamenti che, nel complesso, hanno determinato una progressiva riduzione dei volumi acquistati. In un arco temporale di quasi trent’anni, al netto dell’esplosiva crescita della telefonia, solo i consumi legati alla fruizione del tempo libero presentano, in termini quantitativi, una progressiva tendenza all’incremento. 

I segmenti di consumo più dinamici si confermano, dunque, i prodotti audiovisivi e multimediali e i servizi ricreativi e culturali per i quali, nonostante la crisi del 2020, già nel 2023 i volumi acquistati erano superiori a quelli del 2019. Al contrario, nonostante il recupero degli ultimi anni, testimoniato anche dai continui record di presenze, le spese per i viaggi, le vacanze e le consumazioni fuori casa non sono riuscite a compensare le perdite accumulate durante la pandemia. Per questi ambiti di consumo il valore del 2024 è atteso attestarsi su un livello inferiore al 2019. Anche se, come sottolinea il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, «quest’anno i consumi legati al tempo libero e quelli della filiera turistica daranno un forte contributo alla crescita, sebbene la nostra economia sia ancora in una fase di incertezza e molto dipenderà dalla tenuta dell’occupazione, dalla riduzione dell’inflazione e dagli investimenti del Pnrr, oltre che dalla riforma fiscale». Ma la tendenza al contenimento degli acquisti di prodotti più tradizionali (alimentazione domestica, abbigliamento e calzature, elettricità, mobili), non cambia verso e si conferma, e si accentua, nel 2024.

Claudia Marin, Il Resto del Carlino – 9 agosto 2024

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