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Maxi cantiere Ponte della Motta. Una ricostruzione da 52 milioni

Priolo: “Non si è perso nemmeno un minuto. Ora tocca agli argini. Lavori finiti all’80%

«Nessuno sta perdendo un minuto, siamo ad agosto e la ditta sta lavorando, non ci siamo fermati un giorno». Irene Priolo, presidente facente funzione della Regione, ha fatto un sopralluogo sul cantiere
del Ponte della Motta, crollato per l’alluvione dell’anno scorso e oggetto da allora «del cantiere più
complesso e oneroso attivato dopo gli eventi di maggio 2023». Per la messa in sicurezza del fiume
Idice sono partiti lavori per 32 milioni, completati all’80% e che termineranno in ottobre, cui seguiranno
lavori per altri 20 milioni con risorse stanziate dal commissario alla Ricostruzione, il generale
Figliuolo. Un cantiere lungo quasi 4 chilometri che costringe da allora i cittadini di Budrio e Molinella a lunghe deviazioni sulle strade comunali, con polemiche che delle opposizioni e dei residenti. «Dopo aver riportato nel proprio letto il corso d’acqua e garantito il deflusso – spiega Priolo – si prosegue alla ricostruzione degli argini e alla loro impermeabilizzazione ». Subito dopo i lavori di sistemazione del fiume dovranno poi partire quelli di realizzazione del nuovo ponte, da parte della Città metropolitana, con un intervento che costerà almeno altri 30 milioni ma che ha tempi di realizzazione e fonti di finanziamento ancora da definire. «In questo momento non abbiamo date, dobbiamo fare squadra, per accelerare il più possibile», sottolinea Matteo Montanari, sindaco di Medicina con delega alla ricostruzione post alluvione. Nel frattempo scende notevolmente il numero degli edifici a rischio
delocalizzazione, cioè gli immobili soggetti a frane pericolose in Appennino che potrebbero essere
abbandonati per ordinanza e con incentivi. Da una prima stima di 3.400 edifici a rischio, di maggio, si è infatti prima scesi a meno della metà, escludendo gli immobili vicini a frane giudicate sanabili, ma quelli potenzialmente delocalizzabili sarebbero appena un decimo di questi, quindi meno di 200. Argomento che è oggetto di polemiche tra la candidata del centrodestra alle regionali, Elena Ugolini (che nei giorni scorsi ha detto che «la Regione avrebbe voluto proporre soldi ai cittadini per abbandonare le loro terre») e Priolo. Spiace che si facciano dichiarazioni senza gli strumenti adeguati ha detto ieri la presidente. La delocalizzazione è prevista da norme nazionali. Se Ugolini ha bisogno di maggiori informazioni sono disponibile a spiegarle tutto, la mia porta è sempre aperta».

Marco Bettazzi, La Repubblica – 7 agosto 2024

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