Le sigle, unite, hanno chiesto la riapertura del dialogo con il Comune Servizio per i disabili, il caso delle auto. «Difficile trovarle con quei criteri» Uil e Uri chiedono le dimissioni di Orioli. Ma gli altri si dissociano
«Siamo qui perché vogliamo ricreare le corrette relazioni sindacali con il Comune. Ma se qualcosa si è rotto, non è certo per colpa nostra, che del nuovo bando abbiamo saputo dai giornali». Tutte insieme, le associazioni di categoria e le sigle sindacali dei taxi hanno incontrato la stampa per argomentare meglio il grande strappo, quello che vede il settore continuamente in lotta con Palazzo d’Accursio – l’ultimo sciopero venerdì scorso, due ricorsi invece vanno al Tar e impugnano proprio l’ultimo mando –, che continua a tirare dritto senza concedere nulla ai tassisti. Il muro contro muro è conclamato e tale sarà, a tempi indeterminato.
Ma i tassisti rivogliono un dialogo, e per questo ieri mattina hanno toccato diversi argomenti, nel mirino anche un atteggiamento eccessivamente «politico» da parte del Comune. È uno scontro di quel tipo? Franco Sarti (Unica-Cgil) ha scansato la possibilità. «Tirare la volontà alle multinazionali è di sinistra? Ridurci a ciclofattorini, perché quello vuole fare il Comune, è di sinistra? Non do un colore politico a questo atteggiamento, ma mi pare che si voglia tirare la volata a chi vuole entrare in questo settore, fare un piacere alle multinazionali». Insomma, le auto bianche su certe cose la loro spaccatura l’hanno resa evidente, ma l’unità è invece chiara sulle richieste inascoltate. Hanno ammesso che «ci sono problemi, l’organizzazione del servizio va cambiata», ma «i disagi all’aeroporto sono causati dai voli in ritardo: se l’unico servizio che c’è alla sera tardi è il taxi, è chiaro che ci sono problemi», ha sottolineato Massimo Sarti di Ascom Taxi. Uno dei punti caldi, che i tassisti vogliono spiegare meglio alla cittadinanza, è quello dei problemi del nuovo bando e di come si ci si è arrivati. Le nuove licenze, 72, non sono mai state messe in discussione. «ma l’amministrazione, sulla tariffa per l’acquisto della licenza (150mila euro, con alcuni sconti si scende fino a 90mila) non racconta tutta la verità: il parere dell’Art che il Comune cita è elaborato sulla base di una documentazione sbagliata, che fa riferimento al precedente bando quando molte licenze non furono assegnate – ha spiegato Salvatore Vrenna di Cna – per vizi forma. È una mossa scorretta: il valore di una licenza a Bologna è di 200mila euro». Peraltro, hanno sostenuto i sindacati, il bando non garantisce l’aumento del numero di taxi dotati di attrezzature per il trasporto dei disabili, perché pone vincoli sulle dotazioni dei mezzi che rendono difficile trovare auto che rispondano ai criteri del bando. La priorità peraltro per quel tipo di assetto, nel bando, è saltata. Andrea Matteuzzi (Cgil): «Un punto nodale da chiarire».
«Il Comune ha interesse a portare avanti temi ‘acchiappaconsensi’», ha inoltre ripetuto Vrenna, sulla stessa linea Letizia Iorio di Uri Taxi. «Troppo spesso viene raccontato che è questa categoria a non voler collaborare: non è così», ha detto il presidente di Cotabo, Riccardo Carboni. Infine Il fronte più duro, costituito da Uri Taxi e da Uil Trasporti, ha chiesto le dimissioni dell’assessora Valentina Orioli. «Apre le conferenze stampa con accuse e insulti, è inadatta e inadeguata a questo ruolo», ha attaccato Mirko Bergonzoni di Uil Trasporti. Si sono dissociate dalla richiesta Cgil, Ascom , Confartigianato e Cna.
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 1 agosto 2024
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