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Anche la moda a ’Porte aperte’

Allarme sicurezza

Continua, e lo farà fino a dicembre, la campagna di sensibilizzazione ’Porte aperte’ di Confcommercio Ascom, con il sostegno de il Resto del Carlino. L’iniziativa che garantisce alla comunità e a chi chiunque passi per la città, un posto sicuro in caso di necessità e pericolo per tutto l’anno. Fino alle luci di Natale, le 364 attività commerciali coinvolte esporranno la locandina del progetto dell’associazione. Tra queste, a presidiare il territorio, con vetrine e luci accese, ci sono vari esercizi: dai negozi di vicinato, aperti di giorno, ai pubblici esercizi che operano fino a tarda notte, dove i cittadini possono recarsi in caso di bisogno sia d’estate che in autunno, in contrasto alla sempre più emergente microcriminalità. E anche il settore della moda e dell’abbigliamento partecipa a questa iniziativa che manifesta l’ardore e l’unione sociale del commercio di vicinato, capace di presidiare col suo occhio attento le zone in cui opera sul territorio.

Cremonini Elite’, la boutique di abbigliamento di alta qualità

Con il suo ’regno’ in centro, Marco Cremonini ha deciso partecipare all’iniziativa di Confcommercio

Cremonini, per quale motivo ha deciso di partecipare? «A dire il vero sono tre. Il primo: in un momento difficile come questo per il contrasto alla violenza in generale, dove succedono cose spiacevoli, soprattutto donne, noi come negozi dobbiamo essere di aiuto, dando la possibilità di tranquillizzare chi ha bisogno e, d’altra parte, calmare anche noi». In che modo? «Io sono nel settore della moda, e nel commercio viviamo un momento di crisi. Dunque, secondo punto, questa campagna può essere utile e positiva anche per quanto riguarda mettere a conoscenza eventuali compratori e incentivare lo shopping. E allora unisce e diventa funzionale in questo periodo di difficoltà». C’è un altro punto, diceva. «Esatto, il terzo punto riguarda il centro, diventato molto meno accessibile di tanto tempo fa a causa dei cantieri: in questo periodo dove meno gente passeggia in giro, esso diventa meno sicuro. Motivo per il quale conoscere i nostri punti vendita aiuta e migliora la situazione. Un’iniziativa sia sociale e di confronto col cittadino, cosa che ci è un po’ persa dal Covid. Una persona può entrare da noi anche solo per parlare: animare e aiutare il cittadino fa sempre bene». È mai successo? «Certo, quando ci capita ci ringraziano perché aiutiamo».

La proprietaria di Les Amies: «Più è buio e più è pericoloso»

La riflessione di Carlotta Zamboni che gestisce l’attività con sede in via D’Azeglio

’Les Amies’ è una boutique di abbigliamento nata con l’obiettivo di soddisfare l’esigenze delle clienti alla ricerca di capi particolari.Zamboni, anche lei partecipa alla rassegna? «Le iniziative come questa danno un aiuto a chi vive situazioni di difficoltà. Inoltre partecipare non ci costa niente e ci fa piacere. E poi, se vero che ’nomen omen’, questo principio ci impone di accogliere. Secondo lei prima era una situazione pericolosa?«No, non lo è. Bologna è una città mediamente sicura, soprattutto in una via centrale e con molta affluenza, noi siamo come un paesino dove tutti si conoscono. Purtroppo ci sono possono essere episodi di microcriminalità per questo ci siamo resi disponibili. Inoltre, può sempre capitare a chiunque. A maggior ragione d’estate, quando c’è una paura maggiore essendoci poca gente in giro. Vi è mai capitato di soccorrere turisti o cittadini?«A volte abbiamo visto situazione di sopraffazione nei confronti di altre persone e qui si cerca di difendere e prendere le parti di una. Quelle che a noi sono capitate sono ’ragazzate’, che comunque fanno paura e sono cose poco piacevoli. Per questo c’è ancora più di questa iniziativa di presidio del territorio. Noi siamo presenti, teniamo illuminate le strade e puliamo i portici. Anche se botteghe piccole sono in difficoltà, ci teniamo a presidiare il territorio. Perché Buio è più pericoloso».

Non solo la città, anche ’Gianni Due’ a Pianoro

«Le nostre vetrine: una luce nella notte»

Dicevamo, non solo centro anche provincia e zone periferiche e non del centro. È il caso di Massimo Albanelli, proprietario di ‘Gianni Due’ in via Andrea Costa 100 a Pianoro e tra coloro che hanno deciso di aderire all’iniziativa di Confcommercio Ascom. Albanelli, anche lei fa parte dei trecentosessantaquattro. «La definirei una natura evoluzione di quello che è la funzione sociale del negozio nel Paese, tanto più che nella città e nella periferia di Bologna. Diventiamo punto di aggregazione e socialità verso quale ci si rivolge e si aiuta chi sta male o ha problemi. Per noi deve diventare una cosa naturale entrare qui». Qualcuno ha avuto bisogno durante la campagna? «Fortunatamente no. In passato, però, ci sono stati incidenti e malori fuori il negozio. Quello che ho notato è sempre stata la paura». Anche di notte? «Soprattutto di notte. Le nostre cinque vetrine di sera di notano bene, anche lungo tutto il portico e dal condominio. Siamo una luce e una sicurezza nel buio della notte. Uno spiraglio di luce nel buco nero del porticato». La situazione è divenuta drammatica di recente o c’è sempre stato bisogno di una campagna simile? «Secondo me è una iniziativa dettata da una sensibilità maggiore che abbiamo adesso e che abbiamo voluto far conoscere». Dunque, la volontà c’è sempre stata? «Esatto, ma ora lo diciamo chiaro e tondo e in modo diretto: facciamoci forza e facciamo gruppo tutti insieme».

La titolare di Patty Scarpe: «Due chiacchiere fanno piacere a tutti»

Patty Scarpe, ubicata in via Jussi 6 a San Lazzaro, apre le proprie porte ai cittadini che hanno necessità di sostegno aderendo all’iniziativa di Confcommercio Ascom.Patrizia Degli Esposti ha descritto le motivazioni che l’hanno spinta a prenderne parte. Degli Esposti, anche lei, come tanti commercianti bolognesi, ha deciso di aprire le porte del suo negozio. «È una cosa in cui credo fermamente da anni e per cui da anni lavoriamo insieme all’associazione: la funzione delle nostre attività deve essere anche e soprattutto sociale. Con Ascom, i nostri punti vendita devono essere d’aiuto sempre e dare una maggiore qualità di vita alle nostre città e a chi le vive». Come? «Dal semplice ‘buongiorno’ detto in un momento particolare della giornata, al caffè che a volte offriamo. Due chiacchiere fanno piacere a ogni generazione, dal ventenne che entra per delle scarpe al signore anziano che cerca compagnia».Che valore ha l’iniziativa di Confcommercio Ascom?«Un valore che le nostre amministrazioni devono comprendere: se i negozi chiudono, tutte le strade, dal centro alla periferia, sono più buie, e la delinquenza di conseguenza serpeggia e aumenta in modo inesorabile». Secondo lei la campagna cambierà la situazione? «Il bisogno c’è sempre stato, a maggior ragione adesso. In quest’ultimo periodo, inoltre, si è aggiunta la pericolosità e una maggiore delinquenza della zona che incentivato il bisogno della campagna sul territorio».

Il Resto del Carlino, 1 agosto 2024

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