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Ristoranti, l’estate vale un conto da 12 miliardi

Per l’indagine Confcommercio e Swg i negozi di vicinato determinanti per la qualità dei quartieri

Una estate da quasi 12 miliardi di euro,per la precisione 11, 7miliardi spesi in bar, ristoranti, pizzerie, pub tra giugno e agosto. Nel periodo il valore dell’intero business turistico è stimato, secondo i calcoli dell Ufficio studi di Fipe Confcommercio, in 62 miliardi considerando oltre alla ristorazione l’alloggio, trasporti e varie. Questi i dati presentati ieri sera da Enrico Stoppani, presidente di Fipe durante l’incontro tra istituzioni e associazioni di categorie «Un’estate italiana, in cui sono attese circa 215 milioni di presenze
turistiche con un+1,6% sul 2023grazie all’aumento ( +4%)degli arrivi dall’estero. Ancora una volta a soffrire è la domanda interna prevista in calo di 8 decimi di punto. Se il dato complessivo è in area positiva gli aumenti attesi sono inferiori a causa del maltempo e le performance sottotono di giugno e
luglio. Tutto si giocherà ad agosto quando sono previsti 84,1milioni di presenze tra italiane ed estere con una spesa di oltre 24miliardi di cui 4,8 nei consumi fuori casa. Si punta soprattutto sulla spinta del turismo straniero.«Per agosto ci attendiamo la tenuta della domanda interna, in linea con quella del 2023, e la
crescita dei flussi internazionali che traineranno i consumi grazie agli arrivi dal Nord America e all’Europa» rimarca Stoppani Sulle famiglie italiane pesano invece gli aumenti a doppia cifra egistrati negli ultimi5anni tra ospitalità( +55,7%), passaggi aerei ( +153%), biglietti del treno ( +18%), ristorazione (+18,7%) calcola Fipe. Sono gli effetti dell’inflazione e dei pre’lZi dinamici. «La stagionalità è un nodo cronico sideve intervenire per allungarla e fare crescere secondo le evoluzioni del cambiamento climatico. Sono necessari interventi chef acilitano lascoperta di tutto il territorio, allargare i percorsi dei flussi turistici mentre l’overtourismo è un falso problema perché il turismo è un fenomeno democratico che produce
ricchezza-dice il presidente~-. C’è poi il tema del capitalismo italiano che non esprime un campione nazionale perché dominano le catene straniere. È un problema di visione del sistema paese ma anche un danno economico perché così vanno all’estero, come fee, quote importanti di ricchezza mentre i ricavi “sfuggono” verso i paesi dove le piattaforme on line hanno sede e godono di trattamenti fiscali di favore». Un altro punto chiave del suoi nteivento riguarda la ristorazione non considerata attività turistica ed escludendola dall’accesso ai fondi de lPnrrper la riqualificazione dei pubblici esercizi. le cui vetrine.
insieme a quelle del commercio, accrescono il senso di sicurezza. «Anche nell’era digitale i negozi
di vicinato sono insostituibili: rendono le città più vivibili, più attrattive, più sicure – rimarca Carlo Sangalli presidente Confcommercio-. E’ necessario contrastare la desertificazione che sta facendo scomparire molte attività commerciali . Occorre incentivare l’innovazione e sostenere la riqualificazione urbana attraverso un miglior utilizzo dei fondi europei».La presenza di negozi ,secondo l’indagine Confcommercio-Swg del progetto Cities contro la desertificazione, per l’88% degli italiani è determinante
nella scelta del quartiere nel quale vivere. Per quasi due terzi i negozi rafforzano la comunità, fanno sentire più sicure le persone e accrescere il valore delle abitazioni fino al +26%.


Enrico Netti, il Sole 24 Ore – 25 luglio 2024

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