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’Porte aperte’, donne in prima linea

Allarme sicurezza: la campagna di Ascom

La campagna di sensibilizzazione ’Porte aperte’ di Confcommercio Ascom, con il sostegno de il Resto del Carlino, continuerà fino a dicembre. Un’iniziativa a livello metropolitano che garantisce alla comunità e ai turisti un posto sicuro in caso di necessità e pericolo, sia nei mesi estivi, in cui la città si svuota e la microcriminalità emerge con più evidenza, sia nel periodo autunnale. Fino a Natale, le 364 attività commerciali coinvolte esporranno la locandina del progetto dell’associazione di categoria.A presidiare il territorio, con vetrine e luci accese, ci sono tanti e diversi esercizi: dai negozi di vicinato, aperti durante le ore di sole, ai pubblici esercizi che operano fino a tarda notte, le attività fanno rete e creano spazi vigilati e sicuri dove i cittadini possono recarsi nel momento del bisogno. È qui che emerge l’anima sociale del commercio di vicinato, che, oltre all’aspetto economico, cura le zone in cui opera, con occhi vigili e sguardi diretti sul territorio. Che va protetto e tutelato da episodi di violenza, spaccio e degrado.

La concessionaria in viale Pietramellara Car: «Siamo presidi. Qui trovate riparo». Trilli Zambonelli, proprietaria «Dove le luci sono spente lo scenario è insicuro per la nostra comunità».
In prima linea per garantire riparo e rifugio ai cittadini c’è la concessionaria Car. A parlarne è la proprietaria Trilli Zambonelli
Come mal aderite al progetto? «Ne condividiamo a pieno il concetto. Il negozio non è sola mente attrattivo da un punto di vista commerciale, per i clienti e per chi passeggia, ma anche un punto di sicurezza per la comunità, perché è luce». Cioè? «Le attività rendono la città viva e consentono un momento di tranquillità e riparo ai cittadini». Le vetrine illuminate, infatti, sono un presidio fondamentale contro la microcriminalità. «In molte zone della città, le attività hanno abbassato le serrande, decidendo di chiudere per tante difficoltà. Ed è in queste aree che si avverte insicurezza: soprattutto per le donne, camminare in luoghi dove le vetrine sono chiuse e spente acuisce il senso di pericolo». Cos’è. quindi, il negozio? «Gli esercizi commerciali e le luci accese comunicano sicurezza e tranquillità; le saracinesche abbassate, invece, sono un messaggio di chiusura in tutti i sensi. La città è vittima del degrado Cosa si può fare? «Come commercianti, cerchiamo di garantire e dare un senso di ordine, pulizia e sicurezza». Vi è mai capitato di accogliere qualcuno in difficoltà?«Ci troviamo su viale Pietramellara. molto frequentato e di grande passaggio. Di conseguenza spesso abbiamo fornito accoglienza, anche nei momenti di violenti temporali».

Mastri Cartai in via San Vitale. «Combattiamo insieme contro il degrado». Le socie Vignoli e Nanetti. «Anche noi siamo vittime della microcriminalità con la strada chiusa»

Manuela Vignoli e Manuela Nanetti sono socie di Mastri Cartai & dintorni, in via San Vitale. Qui, le porte sono aperte per l’iniziativa. Vignoli, Nanetti, che ne pensate della campagna? «È un ottimo progetto, che riflette la condizione del negozio: luogo di riparo per i cittadini. E l’iniziativa ci coinvolge pienamente».
In che senso? «Comprendiamo la condizione di insicurezza in prima persona, perché da quando la strada è bloccata a causa del cantiere (della Garisenda, ndr) la sicurezza è venuta meno. Ora affrontiamo il periodo estivo, in cui le ore di luce sono maggiori. Ma d’inverno lo scenario si incupisce. Dovremo fare attenzione e capire come si evolverà il quadro». Cosa avete notato di diverso? «La microcriminalità si confonde più facilmente in una strada chiusa, come San Vitale, dove non passano più mezzi, nemmeno quelle delle forze dell’ordine. Lasciandoci alle spalle le spaccate dei mesi scorsi, che ci hanno molto preoccupato, abbiamo notato un aumento di spaccio e consumo di droga». Avete allertato le forze dell’ordine? «Certo. Abbiamo incontri attivi con il Comune e con la questura. Poi, con le altre attività, anche di via Zamboni, facciamo rete». Insomma, la vostra attività ha le porte aperte. «Siamo aperti da otto anni, quindi ci è già capitato di aprire le nostre porte. Noi ci siamo».

Evelina Tinarelli: «Ho subito un furto con destrezza» «’I Volpini’ cooperano per migliorare la zona»

In via Santo Stefano, la galleria ‘I Volpini’ di Evelina Tinarelli esporrà in vetrina la locandina della campagna, della quale è protagonista. Tinarem. anche voi fate parte della squadra. «Crediamo nell’idea di cooperare insieme con gli altri colleghi per rendere il territorio migliore e la città più sicura. Anche perché la città è cambiata moltissimo». In peggio? «Da un lato ci sono aspetti positivi. come la crescita del turismo, che comporta tante cose buone. Dall’altra parte. però. alcuni cambiamenti hanno portato insicurezza. uno choc per i bolognesi. Per strada girano volti non raccomandabili. Anche la zona di Santo Stefano ne è coinvolta?«Proprio fuori dalla nostra galleria sono stata derubata della borsa con destrezza. Tralasciando questo episodio, nell’ambito quotidiano non vediamo cose particolari. Ma non eravamo pronti all’idea di stare sempre sull’attenti, vigilando sempre il territorio». Cosa bisognerebbe fare per limitare i pericoli? «Non notiamo grande attenzione da parte del Comune sul tema sicurezza. Dai vigili alla polizia e ai carabinieri. servirebbero più agenti in circolazione, avendo anche delle pattuglie di Quartiere». Come fate a presidiare la zona? «Intorno a noi ci sono attività molto vive e note, frequentate da un’ottima clientela. Un polo attrattivo che garantisce uno scenario quasi idilliaco. Tra esercizi ci aiutiamo: monitoriamo a vicenda creando rete»

Roberta Randelli: «Le attività garantiscono passaggio» Da Camera a sud «Diamo il nostro aiuto» All’ombra delle Due Torri sono diversi i pubblici esercizi che hanno deciso di rispondere alla chiamata di Confcommercio Ascom. Tra questi c’è Camera a sud di Roberta Randelli, che si trova in via Valdonica. Rondelll, che presidio fornite ai cittadini? «Apriamo a mezzogiorno, ma siamo presenti già dalle 9 del mattino. In centro, poi, chiudiamo verso l’una di notte. Una presenza costante. «Proprio per questo abbiamo deciso di partecipare alla bella iniziativa, perché è giusto che la collettività pubblica dia una mano per quanto possibile. E le attività possono aiutare». Come? «Attraggono persone: dove c’è passaggio, c’è sicurezza. li presidio del negoziante può fungere da riparo per clienti e cittadini ma è anche un punto di ascolto costante per la comunità». In che modo contribuite alla vigilanza della zona? « Tutti i nostri locali sono in zone molto tranquille, ed è cosi anche la clientela che raccogliamo. Abbiamo aperto quindici anni fa il locale in centro: dopo il primo anno. le forze dell’ordine hanno notato che il nostro esercizio ha portato tranquillità». Questo che significato ha per voi? «Abbiamo contribuito a ripulire la zona. È fondamentale ripetere che dove la luce è accesa. c’è passaggio di persone. E il passaggio crea sicurezza». La vostra è una condizione serena: vi è comunque capitato di assistere a episodi di violenza? «Ci è capitato di vedere gli animi scaldarsi. Anche in questi casi, il locale funge da presidio sul territorio».

Il Resto del Carlino, 19 luglio 2024

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