Intervista a Enrico Postacchini, Presidente Confcommercio Ascom Bologna: «Danni superiori alle risorse stanziate»
Estate, tempo di cantieri. Quelli che in questi giorni insistono sul centro storico sono particolarmente impattanti e toccano il cuore di Bologna.
Troppo impattanti, Enrico Postacchini?
«I cantieri sono sempre impattanti, quindi quando esprimiamo preoccupazione preventiva è perché sappiamo gli effetti che avranno. Qui non si è contrari alle opere in sé, bisogna però tenere alta l’attenzione nel periodo del “durante” (i cantieri)».
A temerli di più, i cantieri, sembrano essere i commercianti.
«Sono migliaia le imprese toccate dai lavori della linea rossa. E siamo concentrati sugli interventi da fare a supporto: li abbiamo messi in piedi con la Camera di Commercio in accordo con il Comune. Ma per il bando relativo alla zona Palasport sono arrivate 122 domande e il Comune ha stanziato 150 mila euro. Qualcuna non verrà accolta, magari, ma è chiaro che il danno per impresa è ben superiore a qualche migliaia di euro. Ci si rende altresì conto che occorrerebbe una cifra spropositata per dare sostegno vero a tutti».
Si può fare di più?
«Si potrebbe, sì, andando a cercare più risorse. È comprensibile che i lavori in centro si concentrino ora, perché poi ricominciano scuole, fiere e quindi il traffico. Ma muore un periodo già morto. È complicato e si sapeva».
I commercianti di via Ugo Bassi stanno rivivendo l’incubo del 2015. E tra loro c’è chi ricorda la promessa del Comune sul fatto che quello sarebbe stato l’ultimo cantiere impattante.
«Vero. Ma al di là del senno di poi, oggi non resta altra via che mandare avanti i cantieri e alleviare il disagio. E alleviare significa provvedere con aiuti economici e in termini di parcheggi, come abbiamo chiesto in zona Palasport, che non significa dire ai residenti, come e successo, di andare a parcheggiare a Borgo Panigale. E potremo tornare al nostro vecchio leitmotiv di rigenerazione urbana di realizzare quanti più parcheggi possibili, facendo scomparire i mezzi in sosta dalla superficie stradale».
Ma la realizzazione di tanti parcheggi non è in agenda. Almeno non in questo mandato, ha dichiarato il sindaco Matteo Lepore.
«Il ferro, tranne mezzi di soccorso e carico e scarico, va ricoverato in luoghi giusti: o silos o si scava. Tra l’altro ora si restringono le carreggiate…».
In zona Palasport i commercianti continuano, in effetti, a lamentare il problema dei parcheggi.
«Non è un caso che via San Felice sia rimasta miracolosamente una via commerciale di negozi multimarca e non di catena. È successo perché c’era il polmone di via Riva Reno con i parcheggi come servizio. La gente va dove è comodo arrivare. In più se c’e quello che cerca, ancora meglio. Le zone possono essere anche pedonalizzate, ma con servizi pertinenziali efficienti. Poi ribadisco: non contestiamo i cantieri. E magari tra dieci anni diremo “che bello che abbiamo fatto”. Ma da qui a dieci anni cosa succede? Chi chiude non apre più. Queste sono attività regolari, con dipendenti e che pagano le tasse, realtà a cui basta uno scossone per chiudere. Se si lamentano oggi è perché vogliono mantenere i propri impegni».
E sono assi portanti della struttura economica cittadina.
«È bene sempre ricordare che in Emilia-Romagna il 65% dell’occupazione è nel commercio e nel turismo. I fatturati aggregati superano di gran lunga la manifattura, l’agricoltura, eccetra. Parliamo del settore economicamente più rilevante. Spesso lo si dimentica».
Il turismo, in questo quadro non certo idilliaco, almeno porteranno una boccata d’aria ai commercianti di Ugo Bassi e Indipendenza, quest’estate.
«Lì la fuga dei bolognesi dal cantiere è in parte compensata dalla presenza dei turisti, in effetti. Ma sappiamo benissimo che il turista tendenzialmente viaggia con il bagaglio a mano».
Per quanto riguarda la comunicazione delle modifiche al traffico, ritiene si possa fare di più?
«All’inizio è sempre complicato. Tra l’altro Ugo Bassi e Rizzoli sono state aperte dalle telecamere per la Garisenda. Se lei chiede a chiunque di noi “da dove entri”, fatica a trovare una risposta oggi. Il primo periodo è sempre choccante per tutti. Poi ci si abitua. Al peggio…».
Francesca Blesio, Corriere di Bologna – 17 luglio 2024
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