La nostra prossimità può fare la differenza
simona bentivogli, ottica bolognina acusticaIn piazza dell’Unità, in Bolognina, lo scenario di degrado e microcriminalità è arrivato all’apice. Ma i commercianti non mollano. In prima linea c’è Simona Bentivogli, dell’Ottica Bolognina Acustica, in via Matteotti 37D.Bentivogli, perché partecipate? «Abbiamo deciso di aderire, perché viviamo questa condizione di degrado e delinquenza da troppo tempo. E con il passare degli anni, la situazione peggiora». Qual è il quadro? «Complesso. Noi viviamo e lavoriamo qui, quindi comprendiamo chi, mentre è per strada e si sente in pericolo, ha bisogno di aiuto e di un punto di riferimento. Ora si ha timore anche ad aiutare chi è in difficoltà, e questa tendenza va invertita. Noi ci siamo». In che modo? «Il bolognese è ’umarèll’ per eccellenza: controlla e vigila. E così facciamo noi, che viviamo e lavoriamo nella zona. Ma servono regole». Cioè? «Stiamo vivendo molti cambiamenti, ma questi devono accrescere cultura e società. In questi anni, invece, l’area è peggiorata, anche a causa dei mini market che non rispettano le regole e somministrano alcolici a malviventi e sbandati. Ma noi stiamo continuando a resistere, organizzando anche feste di strada». In questo modo fate rete. «Facciamo rete tra noi esercenti, che presidiamo sul territorio, cucendo il nostro tessuto sociale e anche commerciale. E facciamo rete anche con i cittadini, che devono sapere che noi ci siamo. Il negozio di vicinato fa la differenza sulla qualità della vita dei suoi residenti, è l’occhio diretto sul territorio, utile per istituzioni e forze dell’ordine, che devono ascoltarci». Vi è già capitato di soccorrere qualcuno? «Spesso entrano persone, di ogni età, in cerca di riparo, in particolare gli anziani che scendono dal bus, che controllano se hanno ancora i loro beni ed effetti personali con sé. Il fenomeno delle baby gang, poi, spaventa anche i commercianti. Ma quando si scatenano episodi di violenza, bisogna intervenire».
m.m., Il Resto del Carlino -12 luglio 2024
luca sarti, drogheria della pioggia
Promotore di ’Porte aperte’ è Luca Sarti, titolare della Drogheria della Pioggia che si trova in via Galliera 27, nel pieno del centro storico. Sarti, da cosa nasce l’idea? «Sono dell’idea che l’unione fa la forza, insieme siamo molto più forti del singolo. Ed è per questo che ho condiviso la mia idea, nata vedendo la paura e l’insicurezza che le persone, cittadini o clienti, avvertono girando per strada. Una condizione che non possiamo ignorare».In questo contesto emerge il ruolo sociale del commercio di vicinato.«Il negozio di vicinato è un punto di riferimento per la cittadinanza. E questa iniziativa ci consente di sfatare un falso mito: il commerciante è sempre stato accusato di guardare al proprio cassetto, ma non è così. Perché accogliamo, nelle nostre botteghe, clienti e cittadini non solo per i nostri interessi, ma anche per i loro bisogni. Siamo una realtà che in un Paese come l’Italia può fare la differenza». Qual è il clima sotto le Due Torri? «Succede in maniera ricorrente che i passanti chiedano riparo in attesa di incontrare la persona con cui hanno appuntamento. Poi, ho purtroppo assistito allo scippo di una mia cliente, che è stata derubata della borsa: sono intervenuto, insieme a un ragazzo, recuperando la refurtiva. Chi vede questi episodi di violenza deve intervenire, perché si dona un segnale di educazione fondamentale». Come aderirà all’iniziativa? «Ho fatto richiesta di poter identificare l’attività con dei cartelli che riportano gli slogan della locandina. I nostri Portici, poi, sono protetti da video sorveglianza, quindi i cittadini devono sapere che qui sono protetti». Questo è fondamentale. «Le nostre attività sono composte dai cittadini e viviamo la città a tutto tondo. Le strade sicure sono la nostra forza, e per renderle tali è importante collaborare con le forze dell’ordine. Ma, alla fine, parliamo solo di un atto di civiltà: non possiamo voltarci dall’altra parte».
Mariateresa Mastromarino, Il Resto del Carlino -12 luglio 2024