Incontro al ministero per chiarimenti sull’effetto accaparramento
Sugli incentivi, in particolare quelli sull’elettrico, qualcosa continua a non tornare. Tanto che Federauto, l’associazione a cui fa capo la rete dei dealer italiani, ha chiesto un incontro di verifica al ministero delle Imprese e del Made in Italy, in calendario oggi. Il tema è l’effetto “click day” per l’assegnazione dei 200 milioni destinati alle auto con emissioni da o a 20 grammi per chilometro. E il ruolo marginale che i concessionari rischiano di giocare in questa fase.
«I primi e parziali esiti di un sondaggio interno fatto su un campione di dealer, indicativamente, ci dice che soltanto l’8% dei concessionari ha soddisfatto integralmente la propria clientela, riuscendo a prenotare tutti i Bev in portafoglio», spiega il presidente di Federauto Massimo Artusi. Inoltre, dicono i concessionari, la rete di dealer di fatto non ha intercettato il flusso di clienti privati che ci si aspettava. «In Italia solo Tesla può fare vendita diretta, senza passare dalla rete dei concessionari; il resto dovrebbe invece rivolgersi ai dealer. Abbiamo la sensazione che non sia andata così», dice Artusi. Più in generale, «che ci sia un maggiore interesse sull’elettrico grazie agli incentivi è un dato di fatto, anche positivo – aggiunge il presidente di Federauto – ma bisogna misurarlo e capire quanto il raddoppio dell’Ecobonus abbia realmente influito sulla domanda del privato rispetto alla domanda complessiva».
I dealer sono decisi ad andare in fondo per capire se e come ci sia stato un effetto “accaparramento” e le prime risposte arrivate dal Ministero, prima, e poi dall’interrogazione parlamentare del sottosegretario Massimo Bitonci, sembrano aver lasciato molti dubbi. Lo stesso Ministero ha chiarito che le prenotazioni attivate lo scorso 6 giugno, giorno di apertura alle domande per l’Ecobonus, sono state 25.219 per le auto che rientrano nella prima fascia per emissioni (0-20 gr /km). Un passaggio che pone in qualche modo un duplice problema: l’impatto reale che la spinta dei bonus avrà sul mercato delle immatricolazioni nel corso del 2024, visto l’effetto attesa, che invece ha rallentato il mercato nei primi cinque mesi dell’anno; la necessità di concentrare le risorse sulla tipologia di auto full electric o plug in, per allineare la quota di mercato dell’Italia al resto d’Europa.
di Filomena Greco, il Sole 24 Ore, 19 giugno 2024
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