Il capo dello Stato difende il contratto equilibrato: «Modella la società»
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esalta il ruolo del commercio per lo sviluppo economico, la coesione sociale e territoriale, l’integrazione, la sicurezza e la legalità, ma lancia un monito contro i protezionismi e un nuovo allarme sullo spopolamento dei piccoli borghi. «La nostra Costituzione riconosce il valore dell’iniziativa privata: le costrizioni, le posizioni dominanti, il dirigismo finiscono sempre per invadere anche il campo di altre libertà, indebolendo così la stessa democrazia» ha detto ieri Mattarella all’assemblea annuale della Confcommercio mentre sul tavolo del governo sono aperti dossier delicati come le concessioni per gli stabilimenti balneari e dei taxi.
«La coesione e l’equilibrio tra bene individuale e bene comune sono fattori di crescita e di ricchezza, mentre diseguaglianze e squilibri frenano gli stessi mercati» ha detto Mattarella, citando «la memorabile battaglia» di Einaudi alla Costituente per impedire «pratiche di favoritismo statale nei confronti di privati e di categorie». Il presidente ha ricordato come il commercio sia fondamentale per l’economia, apprezzando anche il rinnovo del contratto nazionale ( «Un contratto equilibrato – ha detto – invera diritti e modella la società»), e lanciato un appello a non rassegnarsi al declino delle piccole e medie imprese commerciali nelle città, nei borghi e nei centri storici», raccogliendo l’allarme del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli per la chiusura di 110 mila negozi negli ultimi dieci anni. «Non è questione che riguarda solo il commercio» ha detto Mattarella sottolineando l’esistenza di «un divario che penalizza le aree interne e insulari, i territori montani insomma quelle parti del Paese più lontane dalle reti infrastrutturali e da alcuni servizi essenziali. Questo divario frena lo sviluppo nazionale nel suo insieme e si tratta di un tema decisivo della competitività del Paese» ha detto il presidente sottolineando l’urgenza di evitare lo spopolamento delle aree interne: «la bellezza italiana ha bisogno di luoghi vivi, di presenze intergenerazionali, di creatività e progettualità».Altro tema delicato sottolineato con forza da Mattarella, sempre a proposito delle difficoltà delle piccole imprese, è il credito. L’usura, ha detto, «è un fenomeno che suscita interrogativi sullo stato di funzionamento del sistema del credito nei confronti dei piccoli operatori». «Il problema dell’accesso al credito resta irrisolto per le micro e piccole imprese, penalizzate dagli algoritmi di valutazione delle banche» ha detto Sangalli chiedendo una riforma dei meccanismi di garanzia. Al governo, per il 2025, Sangalli ha chiesto di confermare e rendere strutturali il taglio del cuneo contributivo e la riduzione delle aliquote Irpef, trovando le risorse necessarie «razionalizzando la spesa pubblica» e in particolare su detrazioni, deduzioni e sconti fiscali. Al tempo stesso, dice Sangalli, «le condizioni della finanza pubblica costituiscono un elemento di fragilità che agisce come freno a investimenti e crescita. Vanno tempestivamente programmare e attuate per ridurre il rapporto tra il debito e il Pil.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Alfonso Urso, ha annunciato intanto la prossima presentazione di tre disegni di legge. Il provvedimento annuale sulla concorrenza il disegno di legge sulle piccole imprese artigianali e quello sul riordino della rete carburanti. Anche da Urso il riconoscimento al ruolo di Confcommercio: «in Italia grazie ai corpi intermedi e ai sindacati non ci sono le tensioni sociali che si vedono in altre parti del mondo».
Mario Sensini, Corriere della Sera – 13 giugno 2024
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