«Nel nostro Paese – ha sottolineato ieri il presidente Carlo Sangalli – l’occupazione cresce grazie al terziario di mercato, cioè commercio, turismo, servizi e trasporti. Settori che, complessivamente, garantiscono oltre il 50% del totale degli occupati»
La corsa del Pil quest’anno potrebbe superare le attese, e crescere oltre 1%. È ottimista Confcommercio, che ora ritiene troppo «cauta» la precedente stima sul prodotto interno lordo nel 2024 (era +0,9%). In compenso, resta il nodo dell’occupazione soprattutto nel settore turismo. «Nel nostro Paese – ha sottolineato ieri il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione della presentazione della seconda edizione dell’Osservatorio sul terziario e il lavoro curato dall’associazione – l’occupazione cresce grazie al terziario di mercato, cioè commercio, turismo, servizi e trasporti. Settori che, complessiva ente, garantiscono oltre il 50% del totale degli occupati». Per poi aggiungere: «Tuttavia, mancano 170 mila lavoratori, soprattutto nel comparto turistico, per mancanza di competenze specifiche».
Un gap di personale, quest’ultimo, che nemmeno la fine del reddito di cittadinanza – un anno fa figurava tra i principali indiziati” per la difficoltà di reperimento di manodopera nel settore dell’accoglienza sta riuscendo a colmare. E questo sostanzialmente perché le imprese del turismo Made in Italy piegano gli addetti ai lavori hanno sempre più bisogno di personale altamente qualificato per soddisfare le esigenze dei clienti che arrivano da Stati Uniti, Cina e Germania. Come si esce da questo vicolo cieco? «Servono più politiche attive e più investimenti in formazione per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro», ha indicato Carlo Sangalli.
Intanto nei giorni scorsi la FiPe-Commercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, ha siglato il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro con i sindacati di categoria contratto che prevede un aumento di stipendio di 200 euro per oltre un milione di dipendenti di bar, ristoranti e alberghi. Elemento pure questo, che potrebbe contribuire a restituire appeal a un settore che fatica soprattutto ad attirare i giovani. L’Ufficio studi di Confcommercio, diretto dall’economista Mariano Bella, nella sua indagine ha anche rilevato che il numero di lavoratori, tra giugno 2019 e giugno 2023, è cresciuto di 2,6
milioni di unità. I nuovi addetti appartengono per i 77,9% al terziario di mercato. «Nel complesso la crescita si compone per l’87% di lavoratori dipendenti e per il 13% di lavoratori indipendenti. Il 98,5% degli indipendenti e il 75% dei dipendenti appartiene al terziario di mercato», ha evidenziato il direttore dell’Ufficio studi.
Bella, non a caso, ha anche sottolineato: «Se nel 2024 dovessimo assistere a una crescita delle presenze turistiche del 4,5% rispetto al 2023, pari a oltre 20 milioni di turisti in più, allora avremo bisogno di 70 mila nuovi lavoratori rispetto allo scorso anno, solo in alloggio e ristorazione, per fronteggiare questo flusso. Con indotto, cultura e commercio saliamo a 17 mila lavoratori da reperire, ma sono figure difficili da trovare».
Fari puntati poi sull’occupazione rosa, che in Italia fatica imporsi. «Il Paese -ha concluso l’economista -soffre di un ritardo strutturale riguardo alla partecipazione femminile al mercato del lavoro, il cui tasso di attività risulta dai nostri calcoli inferiore di oltre dodici punti rispetto alla media europea (49,3% contro 61,8%). Attenzione, però, perché l’incremento della partecipazione delle donne al mondo del lavoro costituisce la principale, se non l’unica possibilità di crescita dell’Italia nel prossimo decennio».
Francesco Bisozzi, Il Messaggero – Roma 11 giugno 2024
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