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Paura in Valsamoggia. Strade, negozi e raccolti: «Danni per milioni»

Nella piazza simbolo: «Si è allagato tutto come un anno fa. Difficile restare qui». E Montaguti (Ascom) sbotta: «Nessun indennizzo e danni continui»

Conto milionario per le tre ore di nubifragio che lunedì sera hanno flagellato la fascia collinare tra Bazzano e Monteveglio. Un picco di 80 millimetri di acqua piovana precipitata ad alta intensità su un territorio limitato, con epicentro nella stretta valle di Rio Marzatore, dove si sono registrati i danni e i rischi maggiori. La furia della piena che si è scaricata allo sbocco sulla via provinciale ha trascinato alberi e fango, ma anche automobili in transito con due automobilisti ribaltati e imprigionati nell’abitacolo salvati in extremis dall’intervento dei Vigili del fuoco. Un incubo per gli abitanti della Valsamoggia, già colpita un anno fa dall’alluvione. Paura, ma anche rabbia per un copione che si ripete. La piazza simbolo, quella di Monteveglio, rifatta dopo l’alluvione, è infatti tornata sott’acqua. Le scuole allagate hanno indotto il sindaco a chiudere per un giorno tutti gli istituti di ogni ordine e grado, in tutte le municipalità. Ieri il personale scolastico ha ripristinato le condizioni di sicurezza e oggi quasi tutte le scuole riapriranno. Ancora inagibili le 18 aule delle scuola medie e dell’infanzia in centro a Monteveglio, tutte invase da un velo d’acqua e fango. 

«A una prima valutazione i danni non sono importanti, però tutte le aule sono state invase da uno strato d’acqua», ha detto il dirigente scolastico Marco Mongelli, in prima linea nel lavoro di ripristino. Problemi anche in due palestre e nella mensa della scuola di Savigno. Danni e disagi a Bazzano, capoluogo di Valsamoggia, con allagamenti di cantine e negozi, come il punto Enel di via Zanasi e l’edicola di Fabio Graziosi: «Il nostro problema viene sempre da lì sopra – dice indicando la via Carnevali, e la zona del Tiro a segno – Da lì arrivano le ondate di acqua e il fango che a distanza di quattro anni si ripropongono». Poco più giù, verso il centro, Erica di ’Encanto Estetica’ mostra il livello raggiunto dall’acqua che ha invaso il seminterrato: «Abbiamo lavorato tutta la notte con gli autospurghi per svuotarla», dice il titolare Fabrizio Zucchini. Proteste da parte del comitato degli utenti della ferrovia Bologna-Vignola. Che già nel tardo pomeriggio di lunedì, causa allagamenti, aveva arrestato le corse prima a Bazzano e poi a Crespellano. Come era anche ieri. «Capiamo le ragioni, ma il servizio sostitutivo è stato insufficiente e per oltre una giornata i passeggeri non sono stati minimamente informati», si sfoga il presidente del comitato utenti Maurizio Quartieri. 

Dalla mattinata di ieri la situazione si è normalizzata, con il ritiro delle acque e la pulizia in corso dal fango in quasi tutte le strade interessate dall’alluvione, da Castello di Serravalle a Savigno, fino a Crespellano, Ponzano, Muffa e Zappolino. Riaperte via Barlete e via Castello, ma ancora chiuse via Tiola e il sottopasso della nuova Bazzanese. Chiusa, e lo sarà per un bel pezzo, via Marzatore, dove la furia della piena ha portato via intere porzioni di carreggiata. Ripristinata in mattinata anche la rottura delle condotte dell’acquedotto a Castello di Serravalle (alcune centinaia di persone sono rimaste senz’acqua tutta la notte). 

Danni anche alla pensilina di accesso al pronto soccorso dell’ospedale Dossetti per il collasso del controsoffitto. Gravi danni all’agricoltura sui versanti dove l’onda di piena ha allagato vigne, allettato grano ed erba medica e danneggiato orti e giardini. «I danni sono ingenti danni in tutta la zona – commenta Marco Caliceti, vicepresidente di Confagricoltura Bologna – Diverse aziende hanno perso decine e decine di ettari di cereali. Il sindaco Ruscigno al termine di una ricognizione iniziata nella notte e conclusa nella mattinata, con la Protezione civile regionale e l’assessora Irene Priolo, ha spiegato che «i danni ammontano certamente a diversi milioni di euro, e sono concentrati in gran parte nella valle del rio Marzatore che ha registrato smottamenti, erosioni della carreggiata e dissesti».

Gabriele Mignardi , Il Resto del Carlino – 22 maggio 2024

Nella piazza simbolo: «Si è allagato tutto come un anno fa. Difficile restare qui»

In centro a Monteveglio l’amarezza dell’edicolante Mauro Benelli. E Montaguti (Ascom) sbotta: «Nessun indennizzo e danni continui»

«Non so se valga la pena continuare. L’anno scorso la piazza andò sotto di un metro. Ieri sera è successo di nuovo. Sono stato qui fino a notte fonda. Ci stavamo riprendendo e invece si torna da capo: ne vale la pena?». Umor nero, ma ad alto tasso di realismo lo sfogo obiettivo di Mauro Benelli, titolare dell’edicola che presidia la piazza di Monteveglio, ormai tristemente nota perché a ogni temporale importante va sott’acqua. L’anno scorso il livello arrivava alla cintura dei vigili del fuoco e la corrente proveniva da levante, direttamente dal Ghiaia di Serravalle. 

Lunedì sera invece acqua e fango sono arrivati da sud, dalla collina. E non sono bastati i lavori di rifacimento completo della piazza e del sistema fognario sottostante, che con un investimento di diverse centinaia di migliaia di euro prometteva di risolvere un problema annoso. Così non è stato e nelle condizioni di Benelli si trovano altri negozianti che affacciano sulla piazza, come Medardo Montaguti, vice presidente di Confcommercio Ascom Bologna, capace anche di ironia mentre nota che «nel nostro deposito stavolta ho misurato ‘solo’ tre metri di acqua. E sono 20 centimetri in meno di un anno fa. Quando andammo sotto di tre metri e venti con un danno da oltre 30mila euro, che abbiamo sostenuto interamente noi senza avere ricevuto, ad ora, nessun indennizzo – sbotta –. Stavolta il danno si aggira sui 10mila euro, non sono serviti i sacchetti di sabbia coi quali abbiamo tentato di impedire l’ingresso dell’acqua nel sotterraneo. Fra l’altro la pioggia entrava anche dal tetto. Viale Collodi era un fiume e su sei tombini cinque erano intasati. Quando la pressione è cresciuta il tombino in piazza è saltato in aria e anche il lastricato ha mollato. E’ quello che stanno ripristinando adesso…», dice avvicinandosi al centro della piazza sulla quale affaccia il suo Euroffice: cartoleria, forniture per ufficio e telefonia. Uno spazio che potrebbe abbandonare.

«A botte di 30 e poi 10mila euro, non possiamo andare avanti, meditiamo di trasferirci a Crespellano». In una nota ufficiale anche Confcommercio Ascom Bologna spiega che «non è accettabile che a distanza di un anno dall’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna le conseguenze del maltempo siano su Valsamoggia sostanzialmente le stesse, con aree del territorio colpite in modo identico, basti pensare alla piazza di Monteveglio. Per affrontare i cambiamenti climatici in atto è fondamentale prima di tutto mettere in sicurezza il territorio attraverso una programmazione seria di interventi di difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologico, da attivare a tutti i livelli istituzionali, dal nazionale al locale». «Stavolta l’allagamento della piazza – dice il sindaco Daniele Ruscigno, replicando alla raffica di critiche sollevate dai residenti. – non è venuto dal fiume ma dal versante della collina. Un evento di entità difficile da arginare». 

g. m., Il Resto del Carlino – 22 maggio 2024

Medardo Montaguti

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