Intervista a Celso De Scrilli: «Con la Champions avremmo una vetrina unica». II presidente di Federalberghi: «Cercheremo di costruire pacchetti ad hoc per portare più visitatori
«Il Bologna in Champions League? Sarebbe importantissimo per il turismo, ma soprattutto per l’economia della città». Celso De Scrilli, presidente di Federalberghi Bologna, però, cerca di non eccedere con l’entusiasmo: «Sa, la scaramanzia…».
Manteniamo il condizionale: se il sogno si avverasse quale sarebbe l’impatto sul turismo? «Non come quello dei concerti di Taylor Swift, capaci di spingere il Pil degli Stati dell’1,5%, ma darebbe un grande aiuto alla nostra economia, rendendo Bologna una vetrina internazionale».
Ma quanto potrebbe valere la partecipazione in Champions sul nostro Pil? «Difficile fare calcoli. Perché ci sarebbe ovviamente un effetto diretto, ma anche indiretto. Per intenderci: magari ci sarà più gente che in giornata si fermerà a Bologna per vedere la partita, ma quello che davvero conta è fare in modo che i nuovi turisti si fermino qualche giorno in più a scoprire la nostra città».
Così diventeremmo quella vetrina di cui parlava prima? «Già adesso stiamo lavorando bene. Bologna si sta affermando dal punto di vista turistico, ma non dobbiamo mai smettere di fare promozioni. Non possiamo mai sederci».
Da albergatori state già studiando pacchetti ad hoc? «Beh scaramanticamente aspettiamo. Al momento ci limitiamo a fare il tifo: per il Bologna, poi per il nostro settore. Però è chiaro che cercheremo di costruire qualcosa ad hoc per potere trattenere chi verrà nella nostra città almeno due o tre giorni».
Volete evitare il turismo guardo la partita e fuggo? «Diciamo di sì. Anche se già oggi il soggiorno medio è di 2,3 giorni, mentre qualche tempo fa la media di permanenza non raggiungeva neanche le 48 ore».
Non c’è più il turista che ‘incastra’ una tappa a Bologna da Firenze, Venezia o Milano? «Si tratta di chi viene qui da molto lontano, dagli Stati Uniti o dal Giappone. Ma il turista europeo viene a Bologna direttamente. Ed è questo viaggiatore che potremmo intercettare con la Champions. Anche perché i collegamenti con il nostro aeroporto sono ottimi».
C’è chi critica il Marconi di non essere all’altezza della crescita della città. Lei che cosa ne pensa? «Che va adeguato al grande flusso di passeggeri. Ma so che ci stanno lavorando con importanti investimenti».
Oltre alla Champions, qual è il valore aggiunto della meta turistica Bologna? «Non abbiamo né gli Uffizi, né la Torre di Pisa. Ma la nostra offerta è varia: musei, cibo, motori e un turismo diverso».
Bologna è differente? «Sì. Diversamente da Milano, Venezia e Firenze chi viene qui non si sente solo un turista. È meno ingabbiato e può vivere un’esperienza più autentica, da bolognese».
Il Resto del Carlino, Rosalba Carbutti – 26 aprile 2024
Celso De Scrilli