Le categorie: vogliamo indennizzi diretti
Gli animi, lungo la direttrice della linea rossa del tram, iniziano a surriscaldarsi. Soprattutto in Riva Reno, dove domani inizieranno i lavori preliminari che già taglieranno 40 parcheggi Commercianti e residenti della zona marciano compatti nel dissenso: nelle ultime ore sta prendendo forma un’azione di protesta rivolta al Comune da cui le associazioni di categoria si aspettano misure concrete. In altre parole: indennizzi diretti. «Sicuramente dopo Pasqua faremo una manifestazione», annuncia Renato Nucci, commerciante della zona Palasport e membro della giunta di Ascom. Non c’è un «forse» nelle parole di Nucci, c’è un «sicuramente» che si porta dietro il consenso di molte attività di una zona che, da qui in avanti, vedrà diversi sconvolgimenti. «La gente — spiega Nucci — si sta rendendo conto solo ora che inizieranno i lavori e sono tutti molto arrabbiati, mi telefonano continuamente residenti e commercianti preoccupatissimi per il periodo dei cantieri e per il dopo. E il Comune non ha ancora un piano per sostituire i circa zoo posti auto che verranno a mancare».
«II danno c’è e ci sarà — dice il presidente di Ascom Enrico Postacchini —, abbiamo posto il tema degli indennizzi diretti», ma il timore, che è più di un timore, è che il Comune le risorse non le abbia. «L’unica strada — continua però Postacchini — non può essere quella degli sgravi fiscali, dev’essere quella dell’indennizzo diretto. La linea rossa solca 1.700 attività lungo il suo tragitto, si fa presto a fare la conta dei “morti”. II problema è molto serio, cercheremo di presidiare quella zona, seguendo i lavori, dando eventuali indicazioni e suggerendo i correttivi». In Riva Reno come invia Saffi, si intende, dove le attività sono concentrate solo nel primo tratto, ma dove quelle che sono sopravvissute hanno già dovuto affrontare alluvione ed esondazione del Ravone un anno fa. «Siamo molto preoccupati sia per i lavori di via Saffi che per quelli in Riva Reno — dice il direttore di Confesercenti Loreno Rossi —, non è sufficiente lo sgravio della Tari, serve altro o le attività chiudono». Solo qualche giorno fa la giunta di Confesercenti ha deliberato di inviare una lettera al sindaco Matteo Lepore e all’assessora Valentina Orioli con una richiesta di incontro urgente sul tema che sta diventando caldissimo. «Su Riva Reno — continua Rossi — sono favorevole all’apertura del canale che darà una valorizzazione commerciale, ma il problema per le attività è arrivarci al dopo». In primo piano c’è, ovviamente, il tema della sosta funzionale proprio a negozi ed esercizi pubblici.
«Oltre alla convenzione con il parcheggio Apcoa — dice Rossi — bisogna che si trovino provvisoriamente delle aree di parcheggio, anche perché, quando i lavori arriveranno in via San Felice, G ci sarà un impatto fortissimo». Confesercenti non ha dubbi: «Serve un aiuto anche da parte della Regione e di altri soggetti, do- vrà essere compensato il calo del fatturato e servirà un sostegno per le locazioni». «Faremo una manifestazione contro questa chiusura e contro questi disagi», dice il titolare di «Re crudo» in via Lame, Mario Soria. «Ci sarà meno passaggio e ci sarà un calo del fatturato, ma le spese per noi saranno sempre le stesse — dice Soria — avremo un bel danno». È rassegnato ormai Carlo Ponteduro, titolare dell’omonimo negozio di antichità in via Brugnoli: «Qualunque parola non serve ormai, andava raccolto il consenso dei cittadini prima di iniziare. Devono ancora pagare tutti gli alluvionati, figurarsi se daranno ristori a noi. Non serve più lamentarsi, bisogna solo riuscire ad andare avanti».
Daniela Corneo, Corriere di Bologna 24 marzo 2024
“Finché sarà apprezzato e sostenuto il suo forte ruolo di servizio alle comunità, il negozio non morirà mai perché è sinonimo di collettività, di socialità, di sicurezza, di coesione”