Stadio sold out per la sfida di sabato all’Inter: una breve guida ai locali in città dove guardare la partita
«Non è facile diventare un tifoso di calcio, ci vogliono anni. Ma se ti applichi ore e ore entri a far parte di una nuova famiglia. Solo che in questa famiglia tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose». Lo scriveva Nick Hornby nel 1992 e poco importa che nel libro cult Febbre a 90° l’oggetto d’amore fosse l’Arsenal. Quello che conta è che questa famiglia rossoblù si sta allargando, ed entusiasmando, partita dopo partita. E la voglia di condivisione dei tifosi del Bologna aumenta, così come le partite sold out al Dall’Ara. E allora non resta che riversarsi al pub, con gli amici, ma anche in famiglia con bambini al seguito, per condividere gioie, soprattutto, e lenire meglio gli eventuali dolori. Ma anche i locali si riempiono in fretta ed ecco dunque una mappa su dove darsi appuntamento in vista della gara di sabato con l’Inter. Ogni quartiere, infatti, ha il suo avamposto. Partiamo da via Zanardi, dove da sempre il bus rosso del Victoria Station richiama un universo anglosassone, decisamente abituato alla pinta davanti al match. Spostandosi verso il centro, una roccaforte di tifoseria è anche il Number 10, su via Emilia Ponente. Da qui a via Lame il passo è breve e un altro pub storico è il Madigan’s, dalle atmosfere irish come, del resto, il Celtic Druid di via Caduti di via Cefalonia, dove uno dei soci conferma un vero e proproprio ’effetto Bologna’.
É Massimo Zucchini che, ricorda, «ho visto lo scudetto del 1964. Ricordo bene quel campionato e il freddo che, bambino, sentivo allo stadio». Restando scaramanticamente in attesa di questa stagione d’oro, di certo gli effetti di una stagione così «muovono l’economia, è un dato sempre positivo. Questo interesse per le partite sta funzionando molto bene – conferma –. Inizialmente era più legato alle gare in trasferta, ora che si registrano dei sold out anche al Dall’Ara, riempiono il pub anche le partite in casa. Rispetto ad altri periodi, l’interesse è forte, con un pubblico molto trasversale». «Il nostro– prosegue Zucchini– non nasce come locale sportivo, ma abbiamo due decoder e ora tantissimi sono anche clienti stranieri, interessati alla Champions, che hanno preso il pub come punto di riferimento. Molta gente viene perché ha voglia di compagnia, di guardare il match anche con sconosciuti: poi negli anni si creano gruppi. Quando c’è il gol? Un’esplosione: lo senti anche se sei giù in cantina».
Si deve prenotare con anticipo in un altro storico locale come la Birreria Amadeus, fra le vie Murri e Dagnini. Contro l’Atalanta i cori non facevano troppo rimpiangere il live allo stadio. «Per le gare del Bologna il pienone c’è sempre stato– considera Marco Calegari –, ora però bisogna prenotare almeno una settimana prima e per l’Inter siamo al completo». Viaggiando fra ’le regioni’ del Savena, in via Val D’Aosta molto amato è Tito Sport, con la sua insolita combinazione di birre e cibo vietnamita, ma se ritorniamo sulla via Emilia, questa volta Levante, un punto di riferimento è l’Old Bridge. «La nostra clientela è soprattuto bolognese– commenta il titolare Valerio Rinaldi – e quindi è una gioia per tutti. Eravamo molto pieni anche prima, ma ora bisogna prenotare in fretta. Ad esempio ieri è arrivato anche un signore, avrà avuto 60 anni, chiedendo se poteva venire a vedere l’Inter con il padre. Anche il Dragon di via della Repubblica, gestito da mio nipote, è sempre pieno». Un tour fra i locali della fede (rossoblù) non può non toccare il mitico bar Ciccio di San Mamolo. Il gestore Marco Mattei non ha dubbi. «Con il Bologna stiamo lavorando molto bene, siamo sempre pieni e si affaccia anche gente nuova, ragazzi fra i venti e i trent’anni. Ormai bisogna chiamare in anticipo: dopo l’Atalanta, lunedì alle 9 avevo già cinque prenotazioni. L’effetto Bologna si sente molto forte».
Letizia Gamberini, Il resto del Carlino – 7 marzo 2024
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