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Allagata l’enoteca Tumedei. Perse migliaia di bottiglie

Un metro d’acqua ha invaso il magazzino della storica attività. A causare i danni il guasto di una condotta idrica pubblica in via Ortolani

Bottiglie di barolo che galleggiavano assieme al barbaresco, scaffali e carrelli travolti e rovesciati dall’acqua frigoriferi e un muletto sommersi. È il desolante panorama che si è presentato a Franco Tumedei, titolare dell’omonima, storica enoteca di via degli Ortolani che nei giorni scorsi ha visto il suo magazzino inondato dal ‘fiume’ proveniente da una rottura dell’acquedotto. Tutto distrutto. Nessun danno, invece, al negozio a livello della strada. «È successo venerdì, la falla si è aperta nel marciapiede, proprio davanti allo scivolo che porta al nostro magazzino – racconta Franco Tumedei, che gestisce l’enoteca con la moglie Cinzia e il figlio Gabriele –: qui l’acqua si è raccolta come in una vasca, arrivando a un metro, un metro e venti d’altezza. Sono state coinvolte anche le cantine degli edifici vicini, ma mi risulta non in modo così rilevante». 

Nel magazzino si trovava un po’ il cuore dell’enoteca, un filo conduttore che legava l’attività agli anni dei suoi esordi: «C’era il lavoro di una vita – prosegue sconsolato –: è un magazzino costruito nel corso di 40 anni di attività. Se si pensa poi che le bottiglie più vecchie si tengono vicino a terra perché è più fresco, si può capire l’entità del danno, anche se dobbiamo fare ancora l’inventario. Sicuramente parliamo di migliaia di bottiglie coinvolte. Cosa ne faremo? Non lo so, aspettiamo che l’Ausl ci dica qualcosa, se sono vendibili o meno». Nel magazzino sembra che sia passato un uragano: «La cosa impressionante è la forza dell’acqua – spiega – , mai avrei immaginato che potesse trascinare casse e carrelli con questa forza». L’acqua, circa 400-500 quintali, è stata rimossa da una ditta di autospurghi e per iniziare a sistemare Tumedei attende l’arrivo dei periti dell’assicurazione di Hera. L’enoteca ha raccontato l’accaduto sui social. E nel post si legge: «Siamo orgogliosamente bolognesi, ma le nostre radici romagnole ci fanno dire tin bota». La famiglia è in effetti originaria di Cusercoli (provincia di Forlì-Cesena). Vendeva il vino di sua produzione sfuso, proprio dove ora c’è il magazzino all’inizio degli anno ’60. Poi nel ’92 è stata aperta l’enoteca, con vini di tutta Italia ed esteri.«I clienti e i colleghi ci hanno manifestato molta solidarietà – conclude Tumedei – c’è chi ha chiamato e si è offerto di tenerci delle bottiglie o del materiale, sono stati tutti molto gentili. Ora speriamo di esser risarciti presto e di ripartire». 

Patrick Colgan, Il Resto del Carlino – 5 marzo 2024

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