I commercianti: «Focus sulla sosta». All’incontro c’era Renato Nucci: «L’amministrazione faccia in fretta, disagi imminenti. Come Ascom abbiamo proposto l’utilizzo del parcheggio Apcoa»
C’è lo sfruttamento del sottoutilizzato parcheggio Apcoa della zona, tra le proposte che Renato Nucci, per conto di Ascom, ha fatto ieri al Comune. L’obiettivo è quello di superare il problema dei 200 stalli per la sosta, che spariranno a causa dei cantieri del tram, in via Riva Reno. Quei cantieri, ormai è certo, solcheranno la via (e buon parte di via San Felice) già nel 2024, quindi il comitato Palasport (di cui Nucci è presidente, l’esercente è anche referente di Ascom per la zona) e l’associazione dei commercianti vogliono rassicurazioni preventive. Per non essere costretti a doverci mettere delle pezze postume. Al pari di Ascom, anche Confesrcenti esprime alcune perplessità e chiede di intervenire prima «che sia troppo tardi». Dal canto suo, il Comune al termine dell’incontro di ieri apre all’utilizzazione di quel parcheggio. «Ci stiamo pensando, spero di poterlo fare – ammette Valentina Orioli, assessora alla Nuova Mobilità -. Diciamo alla cittadinanza di stare tranquilla, perché tutto verrà spiegato e ridurremo al minimo i disagi. Sabato 2 ci sarà un’occupazione del suolo pubblico e da lunedì 4 inizieranno dei sondaggi nel sottosuolo chiesti dalla Soprintendenza, che dureranno circa un paio di settimane». Ma non c’è ancora una data certa sull’inizio del cantiere del tram in via Riva Reno, con contestuale scoperchiamento del canale del Reno. «La daremo quando ne avremo la certezza, manca ancora l’autorizzazione definitiva della Soprintendenza».
Al summit a Palazzo d’Accursio, con Nucci, c’era anche l’assessora al Commercio, Luisa Guidone. L’esercente chiede tempi celeri. «E’ stato un colloquio interlocutorio, siamo molto preoccupati per i 200 posti auto che salteranno, che creeranno un danno enorme a tutta la zona, che è quella con più densità abitativa di tutta Bologna – spiega Nucci -. Non ha senso fare queste guerra contro le auto, servirà valutare bene l’impatto dei cantieri sia sulle attività, sia sui residenti. Come Ascom abbiamo proposto l’utilizzo del parcheggio Apcoa, posto all’incrocio tra via del Rondo LA SITUAZIONE Da lunedì prossimo cominceranno dei rilevamenti da parte della Soprintendenza ne e via Azzogardino. Una struttura, ci dice il Comune, che oggi è utilizzata al 50% e che ha ben 300 posti, quindi avrebbe un grande senso riservare in quella struttura anche uno spazio per i residenti. Non capiamo – continua – perché in tutte le città del mondo si facciano parcheggi nel sottosuolo e negli edifici, e invece a Bologna non si faccia mai nulla. E poi, sui tempi dei cantieri vogliamo certezza, perché le attività devono poter programmare i propri ordini. Mi hanno detto che studieranno come intervenire». Infine il canale del Reno che verrà scoperto. «Per me è uno sbaglio, l’ho detto alle assessore. Anche quell’intervento sarà parecchio problematico. Ci ascoltino». Sul pezzo anche Confesercenti. «Sappiamo da tempo che la tombatura del Reno, in quel punto, è a rischio cedimento – afferma il direttore Loreno Rossi -. II Comune l’ha messa in sicurezza, me credo che con quest’intervento voglia prendere la palla al balzo dei fondi del tram per risolvere la cosa. Per il resto, ha senso utilizzare il parcheggio Apcoa, magari convenzioni dedicate, come ha senso sostenere le attività commerciali con indennizzi e sgravi fiscali, perché si prospettano due anni di cantieri che saranno durissimi per tutti». Rossi poi mette l’accento sulla crescita turistica dell’area, con un’apertura di credito al Comune. «Se si apre il canale del Reno si crea una valorizzazione turistica che cambierà il volto di quell’area. C’è la Cineteca, c’è il Mambo, tutto cambierà. Peraltro, in quell’area non vige il Decreto Unesco, quindi c’è spazio per nuove aperture. Servirà pazienza, e proprio per questo il Comune deve pensare a uno sforzo economico per sostenere le aziende», conclude Rossi.
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 27 febbraio 2024
“Finché sarà apprezzato e sostenuto il suo forte ruolo di servizio alle comunità, il negozio non morirà mai perché è sinonimo di collettività, di socialità, di sicurezza, di coesione”