L’area verde dedicata a Quinto, investito nel 2013 durante un tentativo di furto. Il figlio Fabio: «Giusto modo di ricordarlo, sono felice che la città lo onori»
«Il modo giusto per ricordare la memoria di mio padre. Sono felice che Bologna lo ringrazi». Sono le parole di Fabio Orsi, a undici anni dalla tragica scomparsa di suo padre Quinto, il meccanico di 72 anni investito e ucciso il 21 febbraio 2013 mentre tentava di fermare un ladro che voleva rubare un’auto in riparazione nel piazzale della sua officina, in via Ferrarese. Fabio ha parlato durante la cerimonia di intitolazione a Quinto Orsi di un giardino di via Saliceto, un’aera verde che si trova a pochi passi dal luogo della tragedia.
Il 21 febbraio 2013 è ben saldo nella mente di Fabio. Quel giorno un giovane di origini bosniache, Sonic Halilovic, all’epoca diciottenne, tolse la vita a suo papà: Quinto morì fra le braccia di Fabio. Dopo la condanna in primo grado a 16 anni per omicidio volontario, in appello e in Cassazione il fatto è stato giudicato come colposo e la pena definitiva è stata di sei anni e quattro mesi. Il figlio del meccanico preferisce non parlare dell’omicidio, ma non perdona l’assassino che, quella notte di 11 anni fa, gli ha portato via il papà. Peraltro Fabio, pur messo di fronte a un così grande dolore, non si è arreso. Da quel momento infatti l’officina è ancora aperta, perché per lui l’attività è il gioiello che suo papà gli ha lasciato e, come tale, va portato avanti nonostante tutto.
«Una tragedia – dice Riccardo Orsi, il nipote di Quinto – che si poteva evitare. L’assassino è a piede libero e non è giusto che sia così dopo aver ucciso mio nonno in quel modo». Quinto Orsi è stato un uomo che «nel corso della sua vita ha fatto solo il bene della comunità», aggiunge Federica Mazzoni, presidente del Quartiere Navile, e anche «un artigiano che ha amato questa città. Ora c’è la volontà di tenere viva la sua memoria». L’ex presidente del Navile Daniele Ara, ora assessore comunale alla Scuola, ha ricordato Orsi in «questo luogo a lui caro. Persone come lui hanno rappresentato un’occasione di unione tra le persone».
«Una cerimonia fortemente richiesta e dedicata a una persona importante», ha aggiunto Simona Bentivogli, presidente Ascom Navile. Presente anche Nicola Patti, comandante dei Carabinieri Navile, e alcuni rappresentanti di Questura, Prefettura, oltre ad autorità civili e militari.
Giovanni Di Caprio, Il Resto del Carlino – 22 febbraio 2024
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