Cna, Confartigianato, Ascom e Confesercenti rispondono al sindaco. Frasi di estrema chiarezza. Non c’è più materia su cui discutere. I dati scientifici sono solo i suoi
Le chiacchiere stanno a zero, nel senso letterale del termine. Sono bastate 72 ore di passione e una intervista ai quotidiani cittadini del sindaco Matteo Lepore per far naufragare il primo vero confronto ‘dal basso’ su eventuali modifiche alla Città 30, quello in cantiere tra associazioni economiche di categoria – Cna, Ascom, Confartigianato e Confesercenti – e il Comune. Dopo le parole di Lepore («sulle strade che le categorie propongono di fare tornare ai 50 km/h c’è un dibattito privo di dati scientifici »), la replica delle categorie non si è fatta attendere. E ha segnato un punto di non ritorno, a meno di marce indietro da una parte o dall’altra.
IL MURO CONTRO MURO
«Siamo molto soddisfatti per le dichiarazioni rilasciate ai quotidiani dal sindaco Matteo Lepore – hanno chiarito in una nota congiunta le quattro associazioni di categoria –. Abbiamo infatti apprezzato l’estrema chiarezza del sindaco con cui ha risposto alle proposte avanzate dalle nostre categorie economiche. A questo punto non è più necessario aprire nessun tavolo di confronto con il Comune, visto che non c’è materia su cui discutere». E ancora: ««Viene cosi a interrompersi quella possibilità di dialogo che l’amministrazione ha sempre dichiarato per analizzare la forte insoddisfazione rappresentata dalle associazioni di categoria dei lavoratori e professionisti che sono tutti i giorni in strada». Punto del contendere, l’elenco di strade che Cna, Ascom, Confesercenti e Confartigianato propongono di mettere sotto la lente per valutarne il ritorno ai 50 km/h, a partire dalle radiali come via Massarenti, via Andrea Costa, via Murri, solo per citarne alcune.
STRADE E DATI
Un elenco che Lepore ha bollato come «totalmente destituito di fondamento» e «privo di dati scientifici», pur non chiudendo a una «misurazione ad hoc su alcune strade campione, così da valutare disagi e rallentamenti», fermo restando che il Comune «ha scelto le strade a 30 all’ora dopo una istruttoria approfondita» con «dati che possiamo dimostrare». La posizione del sindaco su questo aspetto ha particolarmente irritato le associazioni, tanto che nella nota congiunta hanno voluto inserire un passaggio apertamente polemico verso l’atteggiamento del primo cittadino. «È evidente dalle dichiarazioni del sindaco che i dati scientifici sul tema ‘Bologna 30’ li possiede solo lui – hanno scritto –, mentre quelli portati avanti da chi chiede modifiche migliorative al piano non hanno valore». Di fatto, viene argomentato nella nota, «le associazioni che giovedì sera hanno incontrato gli Assessori nella sede Cna rappresentano oltre il 50% del sistema produttivo e delle imprese bolognesi. Gli assessori presenti all’incontro siamo certi che abbiano riportato al sindaco, assente all’incontro, i toni concilianti e la ricchezza di proposte migliorative che ogni associazione presente ha portato alla discussione». E, infine, due stoccate politiche a Palazzo d’Accursio: «Leggendo le risposte del sindaco ci pare davvero inutile aprire tavoli di confronto tra associazioni economiche e giunta. Risulta evidente che in questo momento per il sindaco sia più importante avere un confronto col Ministro Salvini e con altri esponenti del Governo. Crediamo che di questo ne siano consapevoli certamente le imprese bolognesi e molto probabilmente la stragrande maggioranza dei cittadini bolognesi».
IL CLIMA SERENO POI LA ROTTURA
E dire che il primo vero confronto su come migliorare la Città 30 sembrava fosse partito con ben altri auspici e in un ben altro clima. Giovedì scorso, infatti, l’incontro tra le associazioni medesime e una delegazione di tre assessori di Palazzo d’Accursio (Orioli per la mobilità, Bugani per i cantieri e Guidone per il commercio) si era svolto all’insegna del dialogo costruttivo, come sottolineato dalle associazioni medesime, e con toni cordiali. Tanto che qualcuno si era addirittura sbilanciato prevedendo che per alcune modifiche all’impianto generale della Città 30 sarebbe stato solo questione di tempo. Nulla di più lontano dalla realtà. Già venerdì il Comune aveva fissato alcuni paletti («nessuna correzione senza dati certi») e rilanciato gli effetti benefici dei nuovi limiti, con gli incidenti, secondo i numeri forniti da Palazzo d’Accursio, calati del 15,8% (da 221 a 186) nel primo mese di Città 30 rispetto al 2023. Un campanello che segnalava come la disponibilità dell’amministrazione alle modifiche fosse ben poco ampia. Poi, ieri, le parole del sindaco a chiudere definitivamente i giochi. Con quali conseguenze, politiche e pratiche, ancora tutte da scoprire.
Andrea Zanchi, Il Resto del Carlino – 19 febbraio 2024
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