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Città 30 sotto esame. Negozianti e imprese: «Settanta strade devono tornare ai 50 orari»

Summit con tre assessori, al via un altro tavolo tecnico sul provvedimento. Le quattro associazioni in pressing: «Vorremmo risposte in tempi brevi»

«Abbiamo consegnato agli assessori della giunta Lepore una lista di 70 strade nelle quali, secondo noi, il limite di velocità può essere riportato a 50 all’ora. Dagli assessori, testuali parole, è stata assicurata la ‘disponibilità a modifiche’. Se ci siamo dati una scadenza? Crediamo che si possa avere risposte concrete ben prima di sei mesi». Vogliono i fatti, dopo le parole, le quattro associazioni di categoria – Ascom, Confesercenti, Cna e Confartigianato – che ieri hanno incontrato Massimo Bugani (Cantieri), Valentina Orioli (Mobilità) e Luisa Guidone (Commercio) nella sede della Confederazione nazionale dell’artigianato. Tema, ovviamente, la Città 30 che diversi problemi crea alle imprese, il succo è noto. Dal summit si è usciti con l’istituzione di un tavolo tecnico (l’ennesimo) da parte del Comune per sbrogliare la matassa. Arriveranno davvero delle modifiche? In quali strade? Nel dossier delle associazioni ci sono le arterie solcate da tante auto e da tanto trasporto pubblico: Massarenti, Murri, Zanardi, Saffi, Andrea Costa, solo per dirne alcune. Il punto è che si vorrebbero risposte non a data da destinarsi. «Ci piacerebbe avere degli effetti alla nostre richieste prima che arrivino le modifiche da parte del ministero dei Trasporti», ha sottolineato Loreno Rossi, direttore di Confesercenti Bologna. Commercianti e artigiani insomma hanno battuto pari, al termine di un incontro in «chiaroscuro» al quale sarebbe stato preferibile ci fosse il sindaco. «Tanto alla fine decide lui, di certo non gli assessori».

«La Città 30 ci è sembrata troppo affrettata – ha sottolineato, al termine del summit, il vicepresidente di Ascom Bologna, Valentino Di Pisa –. Importante la coesione di tutte le associazioni presenti, che speriamo possa essere trasferita integralmente al sindaco da parte degli assessori per produrre il tavolo tecnico che ci hanno promesso». Il padrone di casa ieri è stato Antonio Gramuglia, presidente di Cna Bologna. «Di nuovo abbiamo unitariamente ribadito l’insoddisfazione dei nostri associati – ha sottolineato –. La nostra pressione continuerà in modo che i dati del Comune non vengano fuori tra un anno, saremo abbastanza aggressivi». Palazzo d’Accursio non tornerà indietro, e gli assessori hanno rimandato a valutazioni sulle modifiche tra qualche mese, quando il Comune avrà dati concreti in mano. In ballo ci sono i numeri degli incidenti, prima di tutto.

«Occorre un piccolo ‘check-up’ del provvedimento – ha detto a proposito Giuseppe Cremonesi di Confartigianato –, a distanza da un dibattito che si sta ideologizzando. Lo scontro tra Roma e Bologna appare, più che inutile, ridicolo». Loreno Rossi ha poi promesso battaglia. «O si cambia, o il Comune troverà queste quattro associazioni unite nell’andare avanti con le loro iniziative – ha detto –, non ci divideremo su questo tema finché non avremo raggiunto un risultato per le nostre categorie». Del resto, tra i cittadini «più passano i giorni e più aumenta l’acredine verso l’amministrazione: conviene anche a loro trovare delle soluzioni», ha chiosa Massimo Zucchini, presidente provinciale di Confesercenti.

Paolo Rosato, Il Resto del Carlino -16 febbraio 2024

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