Il presidente di Ascom e Aeroporto promuove il cambiamento in corso ma sulla mobilità ammonisce: «Velleitario pensare che le auto spariranno»
«Quella di non essere mai contenti è poi anche una caratteristica di noi bolognesi, no?». Con Enrico Postacchini, presidente dell’Aeroporto Marconi di Bologna e di Ascom Bologna, torniamo sulle parole di Enea Righi, direttore operativo di ArteFiera e sul dibattito che si è innestato sulla città e i suoi servizi. «Dal punto di vista della struttura lo standing non è all’altezza, l’accoglienza, gli alberghi. Anche se i collezionisti Bologna l’adorano, non possono aspettare un taxi per un’ora per poi dover prendere un autobus» aveva detto Righi.
«La città sta vivendo una stagione sospesa tra i cantieri e i grandi progetti e opererà nei prossimi anni in questa situazione, quindi è chiaro che qualche disservizio ci può essere. Bisognerebbe capire quanti ospiti siano rimasti insoddisfatti. Chiunque lavori con il pubblico sa che un 4-5% di insoddisfatti è strutturale. E secondo me, nel caso di quelle dichiarazioni, parliamo di percentuali non alte».
Lo stesso sindaco Matteo Lepore, però, intervenendo sul tema ha detto che sarà «decisivo lavorare su una accoglienza di qualità».
«Ha ragione, anche perché un sindaco si deve preoccupare delle mini-istanze e cercare soluzioni per essere sempre al passo con i tempi. Una città come Bologna deve imparare a regolare i flussi, migratori, turistici, congressuali o sanitari che siano. Pur non essendo Milano, Venezia, Napoli, Roma e Firenze, turisticamente parlando se la sta cavando molto bene. Ora forse siamo arrivati a un eccesso di domanda rispetto all’offerta di cui disponiamo ma va bene così. Perché è quello che stimola a fare investimenti, migliorare e crescere. Confidando che questa crescita continui».
E continuerà secondo lei?
«Direi di sì. E una città che ha sempre compensato bene il calo su un fronte con la crescita su un altro, con movimenti di persone e cose. Ha potenzialità. La grande sfida è cercare di non essere di disturbo per chi ci vive e vorrebbe essere circondato solo da uccellini che cinguettano e non da più gente che prende la macchina o aspetta il taxi come lui. Ma senza gente, di che si vive?».
Anche il Marconi sta viaggiando in questa direzione.
«Abbiamo appena lanciato un piano di investimenti sfidante per i prossimi 5 anni, seguendo la domanda crescente: il Marconi si struttura per ricevere più comodamente più persone».
A proposito di taxi. Come valuta il servizio oggi?
«Si tratta di un servizio indispensabile per quel tipo di pubblico, mi riferisco al pubblico fieristico che non prende quasi mai tram (che ancora non c’è) né autobus. U tema è governare i momenti di picco, ma non si può ragionare con i numeri dei giorni di fiera, bisogna guardare la media dell’anno».
Rispetto agli alberghi?
«L’offerta a Bologna è molto variegata e i prezzi non sono alti se confrontati con città di livello simile».
Il presidente della Fiera Gianpiero Calzolari, intervenendo nel dibattito, ha fatto presente come sia necessario anche dotarsi di parcheggi. E forse l’urgenza non è solo circoscrivibile al quartiere fieristico…
«Serve un piano di rigenerazione che parta dal concetto che le superfici stradali vanno il più possibile liberate dai mezzi in sosta. Così le strade vengono allargate per fare rigenerazione, che significa ciclabili che abbiano lo spazio per essere ciclabili, ad esempio. Questo lo si può fare se le auto sono ricoverate in spazi adibiti a parcheggio, in centro come fuori. Quindi silos, sotterranei, ecc. Ci sono città ben più complicate della nostra, quindi si può fare. Pensate a una città come Amsterdam: è sotto il livello del mare ma ha anche il metrò. Se il parcheggio diventa pertinenziale è la soluzione. Sono investimenti costosi, però è la chiave di volta. E un po’ velleitario pensare che le auto spariranno dalla faccia della terra solo perché si rende scomodo girarci in città. In aeroporto, intanto, sono già iniziati i lavori per il cantiere del parcheggio multipiano nel terminal che darà altri 2.300 posti».
Per pertinenziale cosa intende?
«Parcheggi a distanza massima di 2-300 metri dalla zona di interesse». Quanti ne servirebbero? «In una nostra vecchia pubblicazione, di epoca cofferatiana, con i pareri di quattro urbanisti bolognesi, avevamo indicato 60 aree in cui realizzare parcheggi sotterranei dalla tangenziale fino alle Due Torri».
Un progetto importante e imponente.
«Ma da fare per gradi, con un piano pluriennale dividendo la città a spicchi e facendone uno per volta, per vedere gli effetti sicuramente positivi di una rigenerazione vera e servita».
Guardando ancora al futuro, verso che Bologna stiamo andando?
«Stiamo andando verso una Bologna sempre meglio organizzata. Siamo partiti parlando di una fiera che è andata bene, siamo soddisfatti ma comunque non siamo contenti… quindi stiamo facendo buone cose, i frutti arriveranno e la città crescerà».
Francesca Blesio, Corriere di Bologna – 11 febbraio 2024
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