L’appello di Ascom, Confesercenti e Cna: «Abbiamo chiesto un incontro alla giunta. L’accesso al centro è sempre più complicato per i bolognesi, basta con misure tappabuchi»
«La nuova linea 44, che entrerà in esercizio dal primo marzo, rappresenta certamente una notizia positiva per l’area di via San Vitale coinvolta dai lavori della Garisenda e per le imprese che lì risiedono e operano – si legge nella nota di Confcommercio Ascom. Enrico Postacchini afferma: «Continueremo ad affiancare le attività nel confronto con il Comune e nella ricerca di soluzioni e iniziative capaci di valorizzare l’area e attrarre turisti».
Anche la preferenziale pronta a essere ripristinata in via Farini è finita nel calderone del malcontento per la ‘Città 30’. Un calderone che ribolle di giorno in giorno e sembra scottare sempre di più. «Una soluzione rattoppo», l’hanno bollata ieri sul Carlino le titolari di Galleria Cavour, in rappresentanza dei malumori delle boutique di lusso. Anche le associazioni di categoria sembrano dello stesso avviso e, nonostante ci sia soddisfazione per l’attivazione della nuova linea 44 – che coprirà finalmente ‘l’anello’ tra porta San Vitale, piazza Aldrovandi e porta Mazzini –, quella di una corsia riservata esclusivamente a bus e scooter tra le piazze Galvani e Cavour non sembra una soluzione valida. «C’è preoccupazione – si legge in una nota a firma Confcommercio Ascom –. La preferenziale, che non potrà essere percorsa dai possessori di permesso Ztl, ma soltanto da bus, autorizzati, moto e i pochi residenti dell’area, rischia di penalizzare i livelli di accessibilità e mobilità del centro per cittadini e imprese. Un aspetto su cui si è discusso già in passato, quando si arrivò alla decisione di spegnere la telecamera ‘Rita’ nel 2010». «Riattivarla sarebbe un errore che andrebbe a impattare non solo sulle imprese – prosegue l’associazione dei commercianti –, ma anche sulla viabilità dei percorsi alternativi e sull’inquinamento. Tutti temi già toccati 14 anni fa e su cui si era ragionato a lungo fino ad arrivare ad eliminare la preferenziale».
«È chiaro che, riattivando la telecamera, i flussi di mezzi privati saranno costretti a trovare itinerari alternativi – conclude la nota –. Riteniamo che argomenti così delicati debbano essere oggetto di discussione a un tavolo allargato a tutti gli attori. In una fase complicata per la viabilità cittadina, con l’introduzione della Città 30 e l’avvio di numerosi cantieri, è fondamentale che ogni provvedimento di mobilità sia inserito in una pianificazione generale del traffico urbano dentro le mura. Come Confcommercio Ascom, riteniamo importante ampliare il coinvolgimento del mondo delle imprese e delle loro associazioni».
All’appello dei commercianti fa seguito quello degli artigiani: «Con tutte le altre associazioni, abbiamo chiesto un incontro al sindaco e alla giunta, insieme con gli assessori Bugani, Orioli e Guidone, per un primo punto sulla situazione. Incontro che deve tenersi al massimo fra un mese – puntualizza Claudio Pazzaglia, direttore di Cna –. Anche con l’ultima misura si mette una toppa da una parte e si apre un buco dall’altra: noi crediamo invece che bisogna ragionare in maniera organica, unita, attorno a un tavolo. Altrimenti si rischia di nuovo di innestare altri problemi che trascendono il tema di fondo, cioè se sia stato studiato al meglio l’impatto che la Città 30 sta avendo su tutte le dinamiche che riguardano i cittadini, dai lavoratori agli studenti, fino ai residenti».
Secondo Confesercenti, poi, c’è bisogno di portare la discussione sul progetto a un livello diverso: «Chiediamo di uscire da uno scontro politico che va avanti da tempo, ha assunto una dimensione nazionale e che a noi, come associazione di categoria, non interessa – sferza Lorenzo Rossi, direttore di Confesercenti, in merito agli ultimi botta e risposta tra Comune e ministero –. Dobbiamo tornare a parlare dei cittadini e dell’interesse delle attività economiche. Questa vicenda sta assumendo un impatto mediatico tale che Bologna rischia quasi di apparire come una città ostile, pericolosa, dove chi arriva da fuori rischia di prendere delle multe». «Noi pensiamo, piuttosto, che bisogna ragionare su come il limite dei 30 chilometri orari sia adatto esclusivamente dentro le mura, mentre fuori dal centro vadano bene i 50 – spiega ancora Rossi –. E, per quelle strade dove si decide di abbassare ulteriormente il livello di marcia, devono esserci motivazioni chiare e precise. In linea con la direttiva arrivata da Roma, insomma. Se tanti bolognesi dicono che c’è un problema, se il sondaggio del Carlino indica come migliaia di lettori vogliano esprimersi sull’argomento senza bocciarlo del tutto, ma pensando a delle modifiche, forse allora è giunto davvero il momento di sedersi tutti quanti attorno a un tavolo e trovare un punto di equilibrio».
Francesco Moroni, Il Resto del Carlino – 28 gennaio 2024
Comune e commercianti insieme per l’area nel cuore del centro: «Valorizziamo i negozi storici e favoriamo l’insediamento di nuove realtà»