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La Cantina perde il papà degli orchestrali

Jimmy Villotti “Nessuno mai come lui”

È ancora nel cartellone della Cantina Bentivoglio per un concerto il prossimo il 30 dicembre. Ma Jimmy, non ci sarà. Inutile dire che nella cave di via Mascarella Villotti fosse di casa, tanto si trovava a proprio agio sul palco imbracciando la chitarra o, spesso, seduto al pianoforte, perché Thelonious Monk era tra i suoi idoli. “Era così simpatico”‘, si dice di qualcuno che ci ha lasciato, ma lui lo era veramente, con una verve e una visione comica che facevano il paio con la modestia e la straordinaria generosità verso i musicisti più giovani che gli chiedevano qualche “dritta”. Era un grande musicista, capace di spaziare, oltre che nel jazz più canonico, che nel pop e nel rock, quelli degli inizi di cani era, quella gavetta nelle balere che De Gregort definì ” la Bologna degli orchestrali”. Il palco della Bentivoglio era il suo salotto, con gli amici di sempre e la bella moglie Natascia, immancabile. Era anche un uomo di spettacolo, che raccontava aneddoti e storie, magari intercalando con qualche canzone del grande patrimonio italiano, ma nel songbook l’abbecedario del jazzista) si muoveva come un topo nel formaggio e tu, ascoltatore, ti facevi prendere per mano entrando in un mondo affascinante, rapito da quella musica indefinibile che si chiama jazz. Che suonava da maestro, termine però che odiava.

Giovanni Serrazanetti, patron della Bentivoglio jazzistica, lo ricorda non senza un filo di commozione. «Il mio rapporto con lui è iniziato quasi 40 anni fa, nel 1986 come suo allievo chitarrista, ed è poi continuato, trasformandosi in una vera collaborazione, quando gli chiesi di aiutarmi a programmare la musica live alla Cantina. Il primissimo concerto lo fece proprio lui in quintetto ai primi di Ottobre del 1989, e tutti i primi contatti con il mondo del jazz professionale a Bologna e in tutta Italia me li diede proprio lui. Una amicizia ed una collaborazione che sono poi durate ininterrottamente negli anni, culminando in decine e decine di concerti e rassegne a suo nome, ben tre registrazioni live, raccolte in altrettanti cd di cui il primo addirittura con Jimmy al pianoforte e sotto lo pseudonimo di Marco Storari, e in ben tre feste epiche per i suoi 50, 60, e 70 anni! Stavamo preparando la festa per i suoi 80 tra pochi mesi, ma non ci è stato dato! Mi consola immaginarlo mentre li festeggia in cielo suonando con René Thomas, suo 1dolo alla chitarra che frequentò a ·Bologna negli anni ’60, e con Monk il suo pianista e compositore jazz più amato». “Questa vita è un tira e molla/ come un venditor di colla .. ” cantò Villotti quando incise una manciata di dischi come improbabile cantautore. È un epitaffio che gli calza a pennello.

Gianni Gheraradi, la Repubblica Bologna – 7 dicembre 2023

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