Attivata la strategia di prevenzione con Polizia Locale e Protezione civile. Siamo in fase ‘gialla’, con le sirene ’rosse’ si arriverebbe all’evacuazione. Informativa porta a porta ai cittadini.
«E’ una fase che speriamo di non vedere mai». Gli scongiuri si possono fare sotto le sedie o sotto le scrivanie, alle parole del sindaco vengono quasi automatici. La Garisenda non rischia di crollare, dicunt, però il Comune ha preso in braccio un poderoso piano preventivo precauzionale d’accordo con la Protezione civile. Tre tipologie di allerta: la gialla (quella attuale), l’arancione e la rossa, tipo quella che strilla da una sirena in un film con Steven Seagal. Nessuno vuole vederla, Lepore ha rassicurato, ormai la Garisenda è un affare di famiglia: «Nessun panico per i residenti, ma serve la collaborazione di tutti». In più, da lunedì agenti della Polizia Locale e volontari della Protezione civile andranno porta a porta nella ’zona rossa’ (in un raggio di cento metri dalla Torre) per informare i residenti e per censirli. E anche per stanare, visto che ci siamo, varie irregolarità come gli eventuali b&b gaglioffi. La Garisenda cambierà la città? Sì, ci siamo già dentro.
Tre i livelli di allerta. «Tutti coloro che si trovano nell’area devono essere informati su dispositivi e procedure. Dobbiamo organizzare la convivenza con la torre – ha ricordato Lepore –. Adesso siamo al livello giallo, nella fase di attenzione, in cui non si ravvede alcun rischio di crollo. La torre è presidiata e monitorata, i dati sono analizzati settimanalmente». Poi c’è l’arancione, che viene attivato nel caso siano rilevate ulteriori anomalie sullo stato della Torre. Viene quindi disposto il presidio fisso della Polizia locale e della Protezione civile in tutta l’area, prevista una viabilità alternativa e avviati ulteriori monitoraggi. Il sindaco può anche valutare l’evacuazione e quel punto si passerebbe all’allerta rossa, con blocco della circolazione e abbandono dell’area da parte di residenti e attività economiche nel raggio di 100 metri dalla Garisenda, con istituzione di una zona off limits. «Un eventuale crollo sarebbe improvviso e quindi ci dobbiamo organizzare preventivamente». ha ribadito Lepore. Intanto manca ancora la relazione del comitato tecnico-scientifico. «Ma stanno facendo un grande lavoro: non è facile. Al comitato ho chiesto di avere indirizzi e indicazioni tecniche in tempi rapidi». Il punto è sapere dal comitato «cosa ancora non conosciamo e quale soluzione adottare per un restauro definitivo – ha continuato il sindaco – . Non possiamo andare avanti per tentativi.
Non ci sono negligenze e non è facile. È come trovare il vaccino per il Covid e in assenza della relazione le mie decisioni sono assunte su base precauzionale. Magari è un errore, ma per la responsabilità che ho ho scelto un percorso del tutto precauzionale». Poi c’è il cantierone della Torre, che vedrà la prima cintura di protezione presumibilmente entro i primi di dicembre. «Questo cantiere è uno spartiacque. Non è che cambierà la mia vita – ha puntualizzato il sindaco –, cambierà la vita di tutti noi. Il punto non è se Lepore si gioca il mandato, qui dobbiamo farcela tutti insieme». Lepore mesi fa aveva preso di petto le polemiche sulla ‘Città 30’. «Sono pronto a perdere le elezioni su questo». Oggi un altro focus bollente è quello della Garisenda. «Non è che faccio queste scelte perché mi gioco il mandato – ha ripetuto il primo cittadino –. Sono successe tante cose da quando sono stato eletto, devo fare il mio lavoro da sindaco, devo realizzare in cinque anni quello che in trent’anni si è allungato. Alla fine decideranno i bolognesi se saranno contenti o no. Forse – ha continuato Lepore – non si è abituati a tante decisioni, ma noi vogliamo farlo perché crediamo che la città debba prendersi cura di sé». Dentro la ‘zona rossa’ che verrà coperta dal passaggio informativo del Comune – da lunedì – ci sono le vie del Ghetto ebraico, il Quadrilatero, porzioni tra le altre delle vie Castiglione, Zamboni, San Vitale e Stano Stefano. La lista completa dei civici sul sito Iperbole comune.bologna.it.
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 7 novembre 2023
“Finché sarà apprezzato e sostenuto il suo forte ruolo di servizio alle comunità, il negozio non morirà mai perché è sinonimo di collettività, di socialità, di sicurezza, di coesione”