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Cinque anni senza Pannuti. Ant omaggia il fondatore

La presidente della Fondazione: «Portiamo avanti il suo modello assistenziale»

Il 5 ottobre 2018 ci lasciava il professor Franco Pannuti, fondatore di Ant. Una perdita nel mondo dell’assistenzialismo che ha segnato il corso della Fondazione Ant, che, in questi cinque anni, ha lottato contro la pandemia e la crisi energetica, stando sempre al fianco dei pazienti malati di tumore e portando avanti una forte campagna di prevenzione. «Cinque anni senza il professor Pannuti, mio padre, in cui abbiamo voluto onorare la sua memoria, portando assistenza e facendo prevenzione, combattendo contro il Covid e contro la crisi energetica – racconta la presidente Raffaella Pannuti –. Abbiamo seguito i suoi punti di riferimento, che sono i valori etici e la vita come valore sacro e inviolabile». Per l’occasione, nella sede dell’istituto di Ant, in via Jacopo di Paolo 36, ieri si sono radunate alcune delle delegazioni italiane per celebrare la figura e la persona di Franco Pannuti, «ricordando che dobbiamo andare avanti sempre per i nostri assistiti e per le loro famiglie», continua la presidente. Ma non è stato sempre facile, perché in cinque anni «è cambiato tutto e non è cambiato niente – spiega Pannuti –. Abbiamo potuto osservare che il modello di assistenza domiciliare per i malati di tumore in fase avanzata è ancora attuale, anche in un momento di crisi sanitaria. Ciò che vediamo è un modello di assistenza domiciliare per i sofferenti cronici che può essere un ottimo sistema per utilizzare al meglio le poche risorse che ci sono e per dare qualità all’assistenza». 

La Fondazione commemora la ricorrenza con un servizio filatelico temporaneo dotato di annullo speciale, dedicato alla memoria del fondatore. Ma in casa Ant c’è un nuovo arrivo: una mostra fotografica permanente sul mondo Ant intitolata ‘45 anni di Ant’, idealmente dedicata al professor Pannuti. Tra i soggetti delle fotografie, infatti, c’è il sorriso dell’oncologo Pannuti. Immagini che parlano da sole, fotografando i volti dei numerosi volontari, che al momento sono oltre duemila, i primi ambulatori mobili e i professionisti sanitari, tra medici e infermieri, a disposizione delle persone che necessitano di assistenza. « Franco Pannuti mi ha sempre salutato dicendomi ’Ti voglio bene’ – confessa Daniele Ravaglia, consigliere di Fondazione Ant –. Questo era il segno del suo amore per il prossimo. In cinque anni, Ant non ha avuto nessuna crepa, e continua a lavorare per il bene dei malati».

Mariateresa Mastromarino, Il Resto del Carlino – 6 ottobre 2023

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