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«Igor uccise Davide, lo Stato paghi». Dall’Avvocatura lo spiraglio è minimo

Delitto della Riccardina, la vedova Fabbri ha chiesto 800mila euro di risarcimento perché Feher non fu espulso. Ieri la prima udienza al tribunale civile.

La battaglia di Maria Sirica per avere ragione dello Stato riguardo l’omicidio di suo marito Davide Fabbri per mano di Igor ’il russo’ Vaclavic, alias del serbo Norbert Feher, continua.Ieri mattina si è tenuta la prima udienza avanti al giudice Paola Matteucci, della terza sezione civile.

Sirica è difesa dall’avvocato Giorgio Bacchelli, che l’ha assistita anche nel processo a Igor, condannato all’ergastolo in via definitiva dal 2021. La vicenda è quella della richiesta di risarcimento presentata dalla vedova Fabbri nei confronti dello Stato, «colpevole», a dire della donna e del suo avvocato, di essere stato «gravemente negligente nel non procedere all’individuazione del vero Paese di provenienza di Igor e, nonostante i due provvedimenti espulsivi adottati da Questura prima e Tribunale di Ferrara poi, non ha fatto alcunché per espellerlo dall’Italia. Questo nonostante i sette anni trascorsi tra l’emissione dei decreti di espulsione e il giorno del tragico omicidio di Davide Fabbri», il primo aprile del 2017. Inoltre, «prima del 2010 il famigerato Igor era già stato nelle carceri italiane, dando ampiamente tempo allo Stato di determinarne le sue esatte generalità», sottolinea l’avvocato Bacchelli. Sirica ha chiesto di essere risarcita di 800mila euro, somma calcolata in base a quanto disposto dal tribunale penale quando condannò Igor: 500mila euro alla vedova e 300mila a Franco Fabbri, il padre di Davide nel frattempo deceduto, che ha nominato però la nuora sua unica erede. Un’udienza rituale, in cui il giudice ha rinviato tutto all’anno prossimo, quando dovrà stabilire quali mezzi di prova ammettere o meno di quanti proposti dalle parti. Intanto, l’Avvocatura di Stato (in aula l’avvocato Uliana Casali) ha fatto sapere di non intendere formulare alcuna proposta di definizione economica, salvo non chiudere del tutto all’ipotesi di un eventuale e generico indennizzo, nell’ordine di qualche migliaio di euro. Cifra ben distante da quella richiesta dalla ricorrente, che perciò non si ferma. 

Il giudice non ha mancato di sottolineare la gravità del comportamento di Igor, ora detenuto in Spagna dove sta scontando il ’carcere a vita reversibile’, corrispettivo dell’ergastolo. È probabile che la questione di diritto alla base di questa vicendnon sia mai stata trattata prima in Italia, e non vi siano precedenti di giustizia civile.

Federica Orlandi, Il Resto del Carlino – 29 settembre 2023

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