La ricetta dell’assessore metropolitano Maurizio Fabbri: «Dal Pnrr sono arrivate tante risorse per ammodernarci ed essere pronti al futuro»
«La situazione non è facile. Siamo un territorio con una sua unicità, ma vedo segnali positivi». Sanità, infrastrutture, servizi. C’è un tutto nel calderone che continua a bollire e Maurizio Fabbri, assessore metropolitano alle Politiche per la montagna, spiega la sua ricetta per l’Appennino. A cominciare da un tema che tiene banco da tempo: lo spopolamento dell’area.
Quali sono le criticità?
«Siamo un’area interna e, come tutte, soffriamo alcune difficoltà. Si va dallo spopolamento fino alla tenuta dei servizi, ma ultimamente c’è un problema che sta crescendo: la difficoltà nel reperire certi ruoli».
Parla dei medici di famiglia?
«Sì, ma non solo. C’è lo stesso problema nel trovare dipendenti nelle imprese, anche in bar e ristoranti, e c’è chi ha rimodulato gli orari lavorativi o pensa addirittura di chiudere. Mancano i lavoratori».
Investire, con questo quadro, è difficile?
«Dal Pnrr abbiamo preso tantissime risorse: nessuno come noi in Emilia e pochissimi in Italia. Ci saranno grossi investimenti per ammodernarci ed essere pronti al futuro. Cito ad esempio il progetto del Brasimone (il Centro di ricerca Enea, ndr): dovrà aumentare l’attrattività. Poi ci sono misure, come l’ultima promossa dalla Regione, che vanno nella direzione giusta».
Pensa agli asili nido gratuiti?
«Sì e non è una misura per tutti, come fatto per il trasporto pubblico, ma un intervento mirato. Così si riconoscono le vere differenze di un territorio».
E la sanità?
«Sappiamo che siamo alla vigilia di una riorganizzazione complessa, per mille motivi: a breve ci sarà la conferenza socio-sanitaria e capiremo meglio. Ma una cosa voglio dirla…».
Quale?
«Parlando con il sindaco Lepore si è detto che c’è un confine non superabile».
Ci dica di più.
«Quello delle auto mediche in Appennino: non verranno toccate. Su questo abbiamo avuto massima garanzia».
Capitolo spopolamento, invece: la Regione aveva emesso un bando con agevolazioni sui giovani per invitarli a trasferirsi in montagna.
«È servito a mettere in moto una grande macchina, anche per l’attivazione di mutui e l’acquisto di case. Il calo demografico, dopo tanti anni, è sceso: magari, in futuro, potremmo assistere a un’inversione di rotta».
Infine, le infrastrutture.
«Voglio dire che ci saranno nuove opere. Dopo quello che abbiamo visto a maggio con le alluvioni, la priorità è mantenere al meglio ciò che abbiamo e la messa in sicurezza del territorio. Che, di per sé, è già un’operazione importante e onerosa».
Fancesco Moroni, Il Resto del Carlino – 10 settembre 2023
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