Da stamattina riapre al traffico la carreggiata in direzione periferia. Il nuovo manufatto contiene fino a 20 metri cubi d’acqua al secondo. E spunta una griglia a monte del torrente. Il sindaco: «Fermerà i detriti»
Via Saffi torna alla normalità. Dopo poco più di tre mesi di lavori, il cantiere straordinario per il rifacimento della copertura del torrente Ravone si è concluso, con una settimana di anticipo. Da stamattina alle 10, la viabilità di veicoli privati e trasporto pubblico sarà ripristinata, in direzione periferia. Ci sarà da aspettare qualche giorno, invece, per la riapertura della corsia preferenziale in direzione centro storico, a partire da via Vittorio Veneto. La circolazione tornerà al suo normale corso anche nelle vie limitrofe nei giorni successivi, aprendo prima via San Pio V e poi via Malvasia, dove sarà riattivato anche il doppio senso di marcia entro lunedì. «Riapriamo via Saffi in anticipo – spiega il sindaco Matteo Lepore –. Le aspettative erano alte e ci siamo assunti la responsabilità dei cantieri che, per quanto riguarda il tram, sarebbero dovuti essere l’anno prossimo, per rispondere ai problemi scaturiti con l’alluvione. Non abbiamo aspettato la struttura commissariale e le risorse del governo, ma abbiamo utilizzato le risorse del cantiere del tram per risolvere il problema scaturito dall’alluvione». Dopo lo smantellamento della struttura preesistente, ne è stata posizionata una nuova e più ampia, che ha, quindi, una capienza magiore. Infatti, «rispetto ai 16 metri cubi al secondo della precedente, ora la portata idrica arriva fino ai 20 metri cubi al secondo», illustrano i tecnici.
Se il Comune gioisce, l’opposizione rimane perplessa. «È inutile che il sindaco gioisca baldanzoso per la conclusione dei lavori sul torrente Ravone in via Saffi – commenta Stefano Cavedagna, capogruppo Fd’I in Comune –. Quei lavori andavano svolti ad agosto del 2020, quando un evento piovoso ruppe l’asfalto e fece emergere tutta la rischiosità dei puntelli sottostanti la strada. Quegli stessi puntelli che a maggio hanno fatto da tappo per i detriti presenti nel torrente e hanno provocato la fuoriuscita dell’acqua dal civico 22/2 di via Saffi, con le immagini disastrose che tutti hanno visto. Quel che è successo è colpa esclusivamente dell’inerzia e inettitudine della giunta, motivo per cui abbiamo presentato un esposto a riguardo. È ancora più ridicolo che Lepore dica che non chiederanno rimborsi al governo. Per forza, quei lavori erano già previsti nell’appalto del Tram e dovevano essere svolti ben prima dell’alluvione. Se fossero stati fatti a suo tempo, probabilmente via Saffi non avrebbe subito alcun danno».
Tra i diversi interventi per ripristinare le condizioni di sicurezza prima dell’autunno, la task force ha posizionato una griglia a monte del Ravone, circa a 250 metri dall’inizio della tombinatura, in prossimità del civico 20, dotata di sensori che rilevano il livello idrometrico dell’acqua, installata «con le risorse del governo Renzi, un intervento che l’agenzia regionale ha chiesto che facesse il Comune, anche se non era di nostra competenza – dice Lepore –. Ma l’abbiamo fatto volentieri, perché la griglia fermerà i detriti che rischiavano di ri
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