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Cartello dei prezzi: un provvedimento ancora in giudicato. I prezzi aumentano e il cartello, inutile per i consumatori, non li fa scendere

Comunicato stampa Fegica e Figisc Confcommercio del 30.08.2023

Sulla questione del cartello dei prezzi medi dei carburanti, il Consiglio di Stato ha invitato il TAR del Lazio ad una “sollecita fissazione dell’udienza di trattazione del merito del ricorso” (a suo tempo presentato da FEGICA e FIGISC Confcommercio avverso al provvedimento governativo dell’obbligo di esposizione dell’ulteriore cartello) in quanto le questioni di legittimità costituzionale prospettate dai ricorrenti “meritano l’approfondimento tipico della fase di merito” e la “necessità di valutare in profondità l’adeguatezza della misura” (anche con riferimento a rilievi di legittimità costituzionale proposti).

Questo è quanto fanno sapere in una nota congiunta le Organizzazioni di categoria dei gestori che evidenziano come la vicenda sia ancora sotto esame e che l’intero provvedimento, a tutti gli effetti operativo dall’inizio di agosto, si fondi su profili giuridici tutt’altro che scontati, specie in relazione alle sanzioni più penalizzanti. La nota di FEGICA e FIGISC Confcommercio ricorda, altresì, come dal 1° agosto i prezzi di benzina e gasolio siano aumentati (in media aritmetica tra le regioni) tra i 4 della benzina e i 9 cent/litro del gasolio, corrispondenti circa all’intervenuto aumento nello stesso lasso di tempo delle quotazioni internazionali dei prodotti raffinati.

Ma se la funzione del cartello – secondo quanto affermato dal Governo – doveva essere quella di “far abbassare i prezzi”, l’aumento si rivela sia una palmare dimostrazione della sua evidente inutilità per il consumatore, sia, per contro, una conferma dei timori espressi dall’Antitrust che la diffusione del dato del prezzo medio – citazione testuale – può “determinare effetti negativi, facilitando la convergenza degli operatori su politiche di prezzo sostanzialmente allineate intorno a un comune indicatore di riferimento”. La tensione sui prezzi e le vere cause del loro aumento – secondo le Organizzazioni dei gestori – necessitano di interventi organici, anche, se compatibili, di ordine fiscale, non certamente di una banale “caccia alle streghe” che diffonde l’idea che i prezzi aumentino, ancora una volta, a causa dei “soliti” benzinai mariuoli. Per inciso, i prezzi superiori alla classe di prezzo in cui é situata la media nel mese di agosto sono solo il 3,4 % di tutti i prezzi self praticati dai punti vendita.

E, a proposito delle intense attività degli Organi di controllo svolti nelle ultime settimane nella rete distributiva – concludono FEGICA e FIGISC Confcommercio -, si investe molta attività degli organi di controllo sui prezzi (rarissime eccezioni) che risultano eccezionalmente elevati (e dai quali i consumatori si tengono lontani), mentre vi sono ampie zone “grigie” di mancata comunicazione dei prezzi, così come prezzi inusualmente bassi e difficilmente compatibili con la sostenibilità di tutti i costi ed imposte che gravano mediamente sul carburante: questa la direzione verso cui sarebbe assai più utile indirizzare l’investigazione.

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