Le stime di Confcommercio e l’allarme di Sangalli: “Troppi nodi irrisolti”
La spesa delle famiglie italiane tornerà quest’anno “alla normalità”, superando il livello del 2019 perso per la crisi Covid. La stima è di Confcommercio che, comunque, non guarda con ottimismo al futuro prossimo e avverte: “La crescita dei servizi e del turismo potrebbe riportare quest’anno i consumi a un livello di normalità. Consumi che, peraltro, valgono il 60% del Pil. L’economia, però – rileva il presidente, Carlo Sangalli – è in fase di rallentamento e alcuni nodi sono ancora irrisolti. Mancano, infatti, all’appello un piano di rilancio del Sud, la piena realizzazione di riforme e investimenti del Pnrr e una profonda riforma fiscale in tempi rapidi”.
L’analisi è dell’ufficio studi di Confcommercio che ha delineato l’andamento dei consumi negli ultimi 30 anni stimando la spesa delle famiglie per quest’anno e per il 2024: spinti soprattutto dal turismo (+23,6%) quest’anno i consumi in media delle famiglie italiane sono visti in crescita a quota 21.083 euro, tornando così oltre i 20.814 euro del livello pre-Covid; per il prossimo anno è attesa una ulteriore crescita, a 21.365 euro, ma sarà ancora oltre duecento euro di spesa a famiglia in meno rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria del 2008.
Quanto ai dati del 2022, Confcommercio calcola che la spesa media pro capite delle famiglie si è fermata a 20.810 euro. Quello nel lungo periodo è considerato “un andamento deludente”, ne emerge “il principale e incontrovertibile indizio di una patologia da scarsa crescita strutturale” fino ad oggi quando “la speranza di invertire la tendenza con le riforme e gli investimenti del Pnrr è flebile”, rileva Confcommercio ripercorrendo come è variata la spesa delle famiglie italiane negli anni dal 1995 al 2023. Quest’anno “si può definire come l’anno del ritorno alla normalità grazie soprattutto al consistente contributo della filiera turistica che, rispetto all’anno scorso, registra aumenti consistenti per viaggi, vacanze e alberghi (+23,6%), servizi ricreativi e culturali (+9,7%), bar e ristoranti (+8%).
Sono questi i pilastri del terziario di mercato da cui può derivare una maggiore crescita economica auspicabilmente sostenuta anche da riforme e investimenti del Pnrr”. Elettricità, gas e altri combustibili, mobili ed elettrodomestici e alimentari consumati in casa mostrano invece spese reali inferiori a quasi trent’anni prima.
red. eco., Qn-il Resto del Carlino, 23 agosto 2023
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