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«Turismo decollato. Ora si cambi passo su orari e accoglienza»

Intervista al Presidente di Ascom e aeroporto Enrico Postacchini

«Bologna è diventata una città turistica a tutti gli effetti, perché è cambiata la concezione di turismo. Oggi abbiamo dei turisti che si muovono, poco importa dove atterrino: arrivano, si muovono con tutti i mezzi a disposizione e in questo modo aumentano i flussi». Dal suo osservatorio privilegiato, in qualità di presidente dell’aeroporto Marconi e di presidente di Ascom Confcommercio di Bologna, Enrico Postacchini riesce a vedere come sta cambiando la città alla luce dei cambiamenti del turismo internazionale. «Io lo vedo in aeroporto cosa sta succedendo», dice mentre si gode il mare della Grecia.

Ce lo spieghi, Postacchini.
«L’altro giorno ho avuto modo di vederlo chiaramente al Marconi: c’è una clientela molto interessante, famiglie con bambini che si muovono con voli low cost ma aspettano nella vip lounge, è un clientela medio-alta, molto internazionale, abituata a girare il mondo, cosmopolita».

Bologna è pronta a questo tipo di turismo, secondo lei?
«Bologna si sta adeguando da tempo, qui si vende un turismo che comprende il commercio, l’arte, il centro storico, il cibo. Ma bisogna imparare a governare i flussi: il turismo deve diventare un’opportunità e non un disturbo».

E come si governano i flussi turistici?
«Governare i flussi ha a che fare con la mobilità, con gli orari, con la preparazione culturale all’accoglienza e questo vale per gli uffici pubblici come per le attività private. Lavorare con i turisti è diverso dal lavorare con gli autoctoni».

Lavorare con i turisti vuol dire alimentare quella che molti chiamano, non certo con simpatia, la «città dei taglieri»?
«Il tagliere per me è buonissimo, non va demonizzato. In vacanza non cerco il ristorante stellato, ma il piatto tipico senza fronzoli. Ai turisti non interessa la nouvelle cuisine, lo stellato serve se devo fare turismo business. Ma nessuno impedisce a chiunque voglia e ne abbia la forza economica di aprire alberghi a 5 stelle o ristoranti stellati, lo faccia chi è capace e ritiene che lo si debba fare».

Intanto in molti, dall’amministrazione agli albergatori, invocano una regolamentazione degli Airbnb, il cui boom negli ultimi anni ha inciso anche sull’emergenza casa.
«I privati devono fare quello che credono, l’importante è che non facciano il nero. Se non si trovano abitazioni, perché in città i privati affittano ai turisti e non ai cittadini, non si possono colpevolizzare i privati, anzi, ringraziamoli perché se la cavano da soli inventandosi un’attività, magari arrotondando la pensione. Se ci sono fasce della popolazione che non ce la fanno con la csa, ci deve pensare il pubblico».

In questa calda estate sta imperversando la polemica dei costi troppo alti, accusa che ha travolto le attività della Riviera così come quelle sotto le Due Torri. I commercianti stanno spingendo un po’ troppo sui prezzi?
«In Romagna se la stagione non è decollata non è certo per colpa dei prezzi, se mai è un’estate penalizzata dagli eventi dell’alluvione. Però è anche assurdo fare confronti con i prezzi di alcuni Paesi emergenti che non hanno certo la tassazione che c’è in Italia. Per gli esercenti sono aumentate le tasse e i costi delle materie prime, mentre per i cittadini è diminuito il potere d’acquisto, questi sono i rischi dell’inflazione».

Parliamo di mobilità. Partendo dall’aeroporto Marconi su cui c’è stato un accordo importante (e difficile) sul taglio ai voli notturni. Come sta andando lo scalo bolognese?
«Sta andando bene, abbiamo ripreso i volumi, legati per la maggior parte al low cost, adesso c’è più capacità di spesa. Da qui al 2030 ci aspetta una fase complicata, perché dobbiamo gestire la crescita con cantieri più invasivi di riqualificazione dello scalo. La chiusura dei voli notturni per ora è gestibile: la pista non ha subìto cali di voli, è solo cambiata la gestione da parte della torre di controllo. Ci stiamo preparando alla sperimentazione che partirà dal 7 settembre in cui gli aerei decolleranno dal lato città e vireranno prima, questo dovrebbe impattare meno e su meno abitazioni. E un buon accordo, che complica le manovre e per cui tutti gli aerei stanno adeguando i propri software, oltre ai cambiamenti per la torre di controllo, ma che non limita la capacità dell’aeroporto».

Da adesso ai prossimi anni Bologna dovrà convivere con molti cantieri decisamente impattanti. Quello del tram avrà ricadute importanti su commercianti ed esercenti. Tram sì o no?
«Tram “ni”. Sarebbe stata meglio la metro e non l’abbiamo mai nascosto. Tutte le misure di rigenerazione urbana e tutte le limitazioni, come la città a 3o all’ora, sono state fatte da città che hanno la metro e le auto con il cambio automatico. Applicare gli stessi principi con altri presupposti è tutta un’altra cosa. Non si è riusciti a esprimere nulla di meglio del tram che limita la possibilità di rigenerazione su strada, la superficie prima o poi si congestionerà. Saranno anni pesanti per il commercio e va fatto un lavoro congiunto con il Comune, perché sono molte le attività che andranno sostenute. Stiamo parlando di circa 2.500 addetti, un bell’impatto».

Sulla «Città 30» come Ascom avete chiesto una modifica degli orari cittadini. Lo ritiene davvero praticabile?
«Gli esercizi commerciali sono già flessibili negli orari. Lo sforzo se mai adesso lo devono fare le scuole, gli uffici pubblici e il mondo del lavoro che va rimodulato. È complicatissimo, ma è una sfida che si può affrontare. Detto che, senza controlli, oltre al messaggio sulla sicurezza, della mossa della «Città 30» non resterà nient’altro. Infatti le telecamere verranno messe a controllo di chi sfora i 50 all’ora».

di Daniela Corneo, Corriere di Bologna, 16 agosto 2023
Confcommercio Ascom Bologna

Enrico Postacchini

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