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«Raccontiamo i benefici alimentari dell’ortofrutta»

Valentino Di Pisa, Presidente nazionale di Fedagromercati chiede al governo una campagna informativa per aiutare i produttori

I PRODUTTORI dell’ortofrutta, tra alluvioni e offensive del maltempo talmente pazzo che avrebbe bisogno di uno psichiatra ambientale, piangono. Ma anche i grossisti del settore e di conseguenza i centri agro alimentari dell’ortofrutta non ridono. Valentino Di Pisa, imprenditore bolognese di lungo corso, è anche presidente nazionale di Fedagromercati, sigla aderente a Confcommercio che abbraccia gli operatori grossisti ortofrutticoli dei centri agroalimentari e rappresenta circa 450 imprese della filiera. Presidente, con i contraccolpi di oltre 500 giorni di guerra in Ucraina che aria tira nel commercio all’ingrosso dell’ortofrutta in Italia? «Gli aumenti del prezzo di materie prime necessarie alla commercializzazione come plastica, legno, carburante, cellophane hanno subito in alcuni casi ritocchi fino al 200%. Tante aziende sono in difficoltà».

Idem per i nostri concorrenti europei? «Non per tutti. La Francia ha contenuto gli aumenti al 50%, la Spagna al 40%. La salita dei prezzi sta causando un forte calo dei quantitativi di ortofrutta commercializzati». Pesa di più il costo dell’energia o del carburante? «Pesano entrambi. Il costo dell’energia incide molto sulle celle frigorifere, quello dei trasporti è fortemente variabile. In parte ammortizziamo calibrando le offerte da altre realtà e puntando sulla qualità». Come va l’export?

«E’ leggermente aumentato anche verso nuovi mercati, ma soffre rispetto alle importazioni. In Ucraina andavano grandi quantità di pesche, ora quasi zero». Chi sono i nostri maggiori competitor europei? «Sempre Francia e Spagna e aggiungerei anche l’Olanda. Hanno i nostri stessi prodotti, ma contengono meglio i costi grazie alle infrastrutture e alla logistica. Noi abbiamo la potenzialità per allargare l’export in aree come Dubai e altri Paesi arabi ma la logistica ci penalizza. Serve uno scatto in avanti». I consumi interni? «Sono in leggero calo. I consumatori in tempi di incertezza come oggi tendono, sbagliando, a risparmiare su verdura e frutta che invece sono altamente nutritive». Il governo che può fare? «Dovrebbe allestire una campagna informativa sui benefici alimentari dell’ortofrutta. Aiuterebbe anche i produttori sempre in affanno con i costi e i danni del clima». Per i cittadini la frutta costa troppo, per produttori e operatori troppo poco? «Sono punti di vista. L’ortofrutta spesso impegna 40-50 centesimi solo nel processo di conservazione. Non va considerata come prodotto povero, è un valore alimentare di qualità. Non si può pensare che una pesca costi poco. Però va studiato un sistema di maggiore equilibrio per l’intera filiera».

Quanto vale oggi il settore dei centri agroalimentari? «Il fatturato diretto delle aziende operanti all’interno dei mercati e dei centri agroalimentari è di circa 12- 13 miliardi». L’organizzazione tiene? «I mercati in Italia sono circa 120. Troppi. Quelli a valenza nazionale sono 34-35. Ciò che manca secondo Fedagromercati, è un piano con visione strategica su funzione e ruolo dei mercati a valenza nazionale. Ciò non significa chiudere i centri più piccoli, ma riposizionarli su obiettivi differenti». Gli orari di lavoro sono un tema caldo. «L’attività va spostata di giorno mentre oggi si lavora in gran parte di notte. Ciò offrirebbe nuove opportunità e nuovi servizi. Il dibattito è aperto, serve una svolta culturale». Il Pnrr porta benefici ai grandi mercati agroalimentari?. «Eh sì, a Bologna, dove opera la mia azienda, arrivano 10 milioni di euro. Servono a modernizzare le strutture e i servizi”.

Valentino Di Pisa Presidente Fedagromercati
Beppe Boni, Il Resto del Carlino – 7 agosto 2023

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