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Alberghi e musei pieni, il turismo è una miniera

Otto camere su dieci già prenotate (più 10,9%), lunghe file per salire sulle Torri e per le mostre. Ai primi posti americani, tedeschi e inglesi. Al Marconi un milione di passeggeri in giugno.

Sorpresa, a Bologna non esistono più le mezze stagioni. Il turismo riempie ogni mese dell’anno, compresa l’estate, fino a qualche tempo fa scarica di opportunità. Sotto le Toni è boom di turisti italiani e stranieri, in particolare dagli States, che fanno la coda per salire sulla Torre degli Asinelli o per prenotare visite guidate alle Collezioni d’Arte a Palazzo d’Accursio.

In Appennino, alle prese con una difficile ripartenza post alluvione, gli eventi culturali registrano il tutto esaurito. Anche i cammini, seppur fra mille complicazioni, si stanno rimettendo in marcia. Il turismo a Bologna e nel territorio metropolitano, fra giugno e luglio, sorride presentando numeri in linea con gli ottimi risultati già visti nei primi mesi del 2023, superiori allo stesso periodo del 2019, anno pre Covid. Sono i dati degli alberghi, forniti da Bologna Welcome, a raccontare il flusso del periodo: l’occupazione media delle camere è del1’81,5%, (+10,9% in più rispetto al 2019), registrando picchi superiori al 90% sia in giugno che in luglio. La tendenza era già stata confermata dal ponte di Pasqua e dal lungo week-end del 25 aprile.

Poi le alluvioni di maggio, oltre ai danni reali, avevano portato cancellazioni e disdette: la più macroscopica, quella del Gran Premio di Formula 1 a Imola. «Il dato più impressionante è l’occupazione alberghiera – commenta il consigliere delegato al turismo Mattia Santori – soprattutto se si pensa che fino a qualche anno fa i mesi estivi erano usati dagli albergatori per mandare in ferie i dipendenti. Ciò significa che Bologna non ha più una stagionalità, ma un’annualità, la diversificazione dell’offerta ha aiutato, tutto è cucito addosso al turista».

Il presidente di Federalberghi, Celso De Scrilli, che vede Bologna come «una vera e propria città d’arte con un pacchetto di offerte che piacciono soprattutto agli stranieri». Nel periodo estivo, dice ancora Bologna Welcome, il 55% degli arrivi in città è rappresentato da turisti stranieri con Stati Uniti in testa, seguiti da Germania, Regno Unito, Francia, Spagna e Paesi Bassi. Tutti si fermano per più notti. La ripartenza si traduce anche nei numeri record del Marconi che, a giugno, ha sfiorato il milione di passeggeri: 982.300 ovvero l’ll% in più rispetto allo stesso periodo del 2022.

La parola d’ordine è stata normalità, un sentimento trasmesso dalle campagne di comunicazione promosse dai territori colpiti dal maltempo. «Messaggi rassicuranti, di apertura e sicurezza», prosegue Santori. Ma cosa scelgono i turisti in città? Cultura sotto le Due Toni, percorsi enogastronomici e trekking in Appennino. Ai primi posti ci sono le salite sull’Asinelli e sulla Torre dell’Orologio. Poi le Collezioni Comunali, anche grazie alla Bologna Welcome Card che ha registrato un aumento delle vendite del 30% nel primo semestre del 2023 rispetto al 2019. Sorride anche l’Appennino. «Nonostante la viabilità sia ancora un po’ compromessa – spiega Barbara Panzacchi, consigliera metropolitana delegata al Turismo – le manifestazioni sono tante in tutti i comuni e anche quest’anno si vedono numeri importanti».

Come conferma Marco Tamarri, responsabile del settore turismo e cultura dell’Unione Appennino bolognese: «Festival come Crinali e Spaesaggi ci confortano perché hanno presenze impressionanti con ottime ricadute. Il turismo culturale è la strada da percorrere». Poi c’è il capitolo dei cammini, che con l’alluvione hanno avuto una batosta. «Via degli Dei – dice Panzacchi – è stata da subito resa percorribile ed è molto frequentata. Via Mater Dei ha qualche problema, specie tra la Val di Zena e Monterenzio, mentre è compromessa la Linea Gotica che avrebbe dovuto essere lanciata in questo periodo».

s. cam., la Repubblica Bologna, 29 luglio 2023

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