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Il sound di Memphis trasloca sull’Appennino

Da oggi a domenica si accende la 35esima edizione del Porretta Soul Festival. Fra i big brillano Bobby Rush e MonoNeon

Ci siamo, suona l’ora del soul. Torna oggi, fino a domenica, l’energia dirompente del Porretta Soul Festival, giunto alla 35esima edizione. Si rinnova la grande festa nel Rufus Thomas Park e – fra eventi collaterali e street food – in tutta la città termale che, come ricordato dall’ideatore e direttore artistico Graziano Uliani, in questi giorni «diventa una vera capitale» della musica. Nella nuova edizione in rampa di lancio si celebreranno anche i 20 anni dall’apertura dello Stax Museum of American Soul Music di Memphis, in collaborazione con la Stax Music Academy, nel ricordo di Jim Stewart, fondatore assieme alla sorella della Stax e recentemente scomparso. Per l’occasione sarà nutrita la partecipazione di artisti che hanno fatto la storia della musica soul, a partire dai The Bo-Keys, guidati dal produttore-bassista Scott Bomar. A Porretta saranno integrati da tre eccezionali coristi: The Sensational Barnes Brothers.

Ma si comincia subito alla grande, già oggi, con uno dei big di questa edizione, MonoNeon. Al secolo Dwyane Thomas, Jr., il bassista e musicista sperimentale di Memphis, milioni di followers su YouTube, è stato uno degli ultimi musicisti a lavorare con Prince e, dopo il suo debutto da ragazzo prodigio a Porretta nel 2006, è uno degli ospiti più attesi. In scaletta questa sera (dalle 20) anche i francesi Lehmanns Brothers; il tributo ai Commitments con Eamonn Flynn & Conor Brady dalla colonna sonora originale del film e la californiana Anthony Paule Soul Orchestra con la solista Terrie Odabi. Domani invece fari puntati su una leggenda come Bobby Rush (membro pulsante della Blues Hall of Fame, vincitore di 2 Grammy, 6 le nomination, ), culmine di una serata che vede sul palco i bolognesi Groove Ciy (special guest la fenomenale frontwoman Daria Biancardi), The Bo-Keys, The Norman Sister (Shontelle e Risse tornano anche sabato), Charlie Wood, che Porretta ancora ricorda per la sigla ‘Rufus Is Back In Town’, composta con Uliani e incisa con i Memphis All-Star, e la vedette Katrina Anderson.

Una parata di stelle anche sabato 22, sempre dalle 20, con l’attesa presenza di The Blues Paddlers (Samuel & Davis). Diretti dal bandleader, arrangiatore e chitarrista Bobby Manuel, saranno in ottima compagnia: dal ritorno l’esplosivo Curtis Salgado, mentore di John Belushi e ispiratore dei Blues Brothers, fino a John Németh e Robin McKelle. Gran finale domenica (dalle 19.30), con Mighty Mo Rodgers con Sax Gordon e Luca Giordano, assieme a molti dei big fra cui Rush, Wood, Anderson, The Blues Paddlers (Samuel & Davis), The Bo-Keys, McKelle e Németh.

Attorno agli eventi principali, poi, ruotano i concerti gratuiti nel centro, dalle 11, delle migliori band italiane e internazionali al Rufus Thomas Cafe Stage, in piazza della Libertà e piazza delle Tele; spesso queste esibizioni si trasformano in infuocate jam session. Come sempre, la musica incontrerà anche altre forme d’arte. Durante il festival verrà realizzato un nuovo murales, realizzato da Edoardo Ettorre e Antonio Cotecchia. E non finisce qui perché altri eventi collaterali impreziosiscono la kermesse. Domani alle 17, all’Hotel Helvetia viene presentato il libro Northern Soul con l’autore Antonio Bacciocchi. Sabato 22, sempre alle 17 e nella stessa location, si svela la biografia di Rufus Thomas Funkiest Man Alive, con l’autore Matthew Ruddick, mentre domenica (alle 11) alla Chiesa dei Cappuccini, imperdibile il concerto con Joy Gospel Choir & The Norman Sisters.

Il Resto del Carlino, 20 luglio 2023

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