Il bilancio dell’associazione presentato alla ’Lyda Borelli’. Galletti: «Urgente un nuovo patto pubblico-privato»
Un tavolo per parlare di «sussidiarietà e innovazione». Ieri, l’Anaste – l’Associazione nazionale che rappresenta le imprese private di assistenza residenziale agli anziani – ha presentato alla casa di riposo Lyda Borelli il suo bilancio sociale. A fare gli onori di casa, il presidente di Anaste Emilia-Romagna, Gianluigi Pirazzoli (foto), il numero uno di Emil Banca, Gianluca Galletti e il vertice della Casa Lyda Borelli, Massimo Mezzetti.
Il tema principale è quello dell’invecchiamento inarrestabile della popolazione: per far fronte alla crescente domanda di assistenza, l’ex ministro Galletti ha proposto di rafforzare il patto tra pubblico e privato. «Le strutture pubbliche non possono affrontare questo problema da sole e necessita delle soluzioni delle strutture private», osserva il presidente di Emil Banca. A fare eco alle parole di Galletti è stato Pirazzoli, il quale ha sottolineato l’importanza che ai «nostri anziani» venga riconosciuto «il diritto di essere curati. Il rimedio urgente è una vera e solida integrazione pubblico/privato, che poggi su solide basi di collaborazione, chiarezza e trasparenza» ha aggiunto il presidente.
Ad Amedeo Tartaglia di Bdo Italia è spettato il compito di presentare i risultati dei conti: il valore economico distribuito generato dalle 22 strutture di Anaste aderenti al documento di rendicontazione (che ospitano 1.449 persone) ammonta a 58,9 milioni di euro. Questa cifra rappresenta la somma complessiva dei costi per i servizi offerti, gli ammortamenti, gli oneri finanziari, le tasse, le sponsorizzazioni e il risultato dell’attività svolta. Il 45,4% (26,8 milioni di euro), è destinata al personale delle strutture, comprendendo stipendi, oneri sociali e remunerazioni per dipendenti e collaboratori.
Per quanto riguarda l’occupazione, al 31 dicembre 2022, le 22 strutture hanno impiegato complessivamente 1.009 persone, di cui 839 dipendenti, il 68% è assunto con contratto a tempo indeterminato mentre i restanti 170 sono collaboratori professionisti. Circa l’83% del personale delle strutture è rappresentato da donne, mentre i lavoratori stranieri costituiscono il 39% della forza lavoro complessiva.
Nicola Maria Servillo, Il Resto del Carlino – 13 luglio 2023