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Il decreto alluvione. Aumentano i fondi per la ricostruzione. Ecco 2,5 miliardi

I poteri del commissario Figliuolo: in carica fino al 30 giugno 2024 Staff al massimo di 60 persone e cabina di regia con i governatori

Il governo mette sul piatto 2,5 miliardi di euro per la ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna, Marche e Toscana. La cifra è contenuta nel decreto legge – ora alla firma del presidente della Repubblica –, che indica il 30 giugno 2024 come termine dell’incarico del generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario alla ricostruzione. Il fondo stanziato è suddiviso in due voci. Uno stanziamento di un miliardo è «ripartito in 500 milioni per quest’anno, 300 milioni per l’anno prossimo e 200 milioni per il 2025». A questo fondo si somma la cifra di 1,5 miliardi, «rivenienti dalla riassegnazione delle risorse affluite all’entrata del bilancio dello Stato» e da riduzioni di spese. L’articolo 3 del decreto istituisce «la cabina di coordinamento per la ricostruzione», che opera «senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica». Ai componenti «non spettano emolumenti, compensi, gettoni di presenza o rimborsi comunque denominati». Presieduta da Figliuolo, la cabina di regia è composta dal capo del Dipartimento Casa Italia della presidenza del Consiglio, dal capo del Dipartimento della Protezione civile, dai presidenti delle Regioni interessate e dai sindaci metropolitani interessati, da un rappresentante delle Province e dei Comuni interessati. Il decreto prevede anche la costituzione di una «struttura di supporto» al commissario, con un tetto di sessanta componenti. Sarà formata «da personale, dirigenziale e non, dipendente di pubbliche amministrazioni centrali ed enti territoriali, con le competenze e i requisiti di professionalità richiesti in materia di ricostruzione».

Per quanto riguarda i privati, «entro due mesi» il commissario Figliuolo dovrà, fra l’altro, «individuare i contenuti del processo di ricostruzione del patrimonio danneggiato», definire «criteri di indirizzo per la pianificazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi di ricostruzione degli edifici distrutti e di riparazione o ripristino degli edifici danneggiati». Figliuolo, inoltre, «con cadenza mensile», dovrà effettuare «verifiche a campione sugli interventi finanziati». In caso di «carenza dei presupposti necessari», potrà revocare e chiedere la restituzione di somme «indebitamente percepite». In tema di beni pubblici, il commissario dovrà predisporre, fra l’altro, «piani speciali di opere pubbliche, dei beni culturali, delle infrastrutture stradali danneggiati».

Intanto, a Bologna, scoppia la polemica sulla nomina di Figliuolo. Davide Baruffi – sottosegretario alla presidenza della Regione, e responsabile agli enti locali per il Pd di Elly Schlein – afferma: «Faremo in modo di fare funzionare anche una scelta che consideriamo sbagliata, non nella persona, assolutamente stimabile, ma per la funzione che deve essere svolta». Poi l’affondo contro la maggioranza di governo: «Non si può continuare una guerra politica scatenata dalla destra sulla pelle dei cittadini della Romagna». Immediata la replica di Marco Lisei, senatore bolognese di Fratelli d’Italia. «Le continue polemiche, gli attacchi gratuiti e inutili» a Figliuolo e al governo «dimostrano che a Baruffi nulla importa del destino di decine di migliaia di emiliano-romagnoli danneggiati dell’alluvione. Gli importa solo di fare propaganda e fare recuperare al Pd il consenso perduto. Lasci quindi l’incarico in Regione e torni a servire tortellini alle Feste dell’Unità».

Luca Orsi, Il Resto del Carlino – 6 giugno 2023

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