La proprietaria dell’edificio: “Il Governo si decida”
Non è cambiato niente alle Ganzole. Nella storica trattoria sulle colline di Sasso Marconi invasa dalla seconda alluvione, il fango si è semplicemente solidificato, sotto il sole. «Ogni giorno veniamo qui con mio marito, guardiamo la nostra casa, che è al piano di sopra, e questo ristorante che hanno aperto i miei suoceri dopo la guerra. Forse non riaprirà più». Laura Cavallini, proprietaria della struttura e ancora sfollata a casa di un’amica, commenta così il paesaggio di questa desolazione, che in questo mese è rimasto lo stesso: «È spettrale». Le finestre e le porte sono ancora sventrate, nei muri della trattoria ci sono buchi grandi come crateri e nelle cantine il fango è alto quasi tre metri. E fuori ci sono addirittura le cataste di legna, la terra e i tronchi portati a valle dalla piena del rio Ganzole. « nei primi giorni erano venuti tanti volontari a darci una mano. Ma se ne sono dovuti andare, perché la struttura è inagibile».
Non sono mancati in questo frangente i tentativi di Laura e del marito di chiedere aiuto: «Ho avuto diversi colloqui con i tecnici del Comune. Ma quello che mi dicono è che serve la nomina del Commissario e aspettare i finanziamenti da parte del Governo. Ho compilato la domanda per i primi ristori per l’abitazione, ma non ho ancora ricevuto nulla. Quando sento alla televisione la polemica politica sull’alluvione, mi chiedo se si rendano conto di quanto sia inutile e anche deleteria per noi». Quello che la spaventa di più è non poter più rientrare in casa. «L’ultima volta è stato un mese fa, insieme ai vigili del fuoco, ma solo per prendere una valigia di vestiti, che uso ancora adesso». E poi non vedere più il ristorante, che le sere d’estate si popolava di volti e voci. «Se dovessi dire com’è la nostra vita adesso, direi che siamo in stand-by. Aspettiamo che qualcuno la faccia ripartire».
Alessandra Arini – La Repubblica